Toscana

Calcio Prato. Bocciato ripescaggio in serie C, Biffoni in Procura

La Lega Pro ha escluso l’Ac Prato dal ripescaggio in serie C. L’ufficializzazione della bocciatura è arrivata oggi, ma già la scorsa settimana era trapelata l’intenzione della federazione calcistica di rigettare la domanda della società pratese a causa della mancanza dello stadio.

Lo storico impianto del Lungobisenzio era stato, in effetti, prima revocato e poi concesso dal Comune per la nuova stagione a condizione, però, di perfezionare la cessione della società. Tale impegno, peraltro, derivava da una lettera inviata dallo stesso proprietario del Prato, Paolo Toccafondi, che prevedeva in caso di mancata vendita il recesso volontario della convenzione. La trattativa per il passaggio di mano è stata il tormentone dell’estate pratese. Dopo varie offerte sfumate, si stava concretizzando la negoziazione con l’avvocato canadese Jospeh Romano. Toccafondi aveva chiesto una mano al sindaco, Matteo Biffoni. E proprio il primo cittadino, adesso, promette di inviare una segnalazione alla procura della Repubblica. Dopo molti colpi di scena, Romano anche ieri sera, intervistato da un’emittente locale, ha rinnovato la propria intenzione di rilevare la squadra purché si concretizzasse il ripescaggio. Un nuovo rinvio del momento del perfezionamento dell’acquisto che manda su tutte le furie il sindaco.

«Tendo ad essere il più possibile lento all’ira, che ritengo spesso essere uno spreco di energie, ma dopo l’intervista dell’avvocato Joseph Romano apparsa oggi faccio fatica veramente a trattenermi- sbotta Biffoni-. Romano voleva in Prato in Serie C? Bastava che venisse 15, 10, 5, 3 giorni fa e avrebbe avuto il Prato in serie C. Bastava firmare quel contratto dal notaio». Una volta firmata la transazione la società sarebbe tornata a utilizzare pienamente lo stadio, era stata la promessa della Giunta cittadina. «Trovo alquanto bizzarro – puntualizza Matteo Biffoni – che si trovi il tempo di parlare a un’emittente televisiva e non di telefonare al sindaco che ha fatto da tramite e poi ha lasciato le due parti libere di trattare». Il quadro si presenta sconcertante per l’amministrazione comunale: «Siamo alla pantomima, troppe cose non tornano- rimarca-. Paiono evidenti delle zone d’ombra che hanno connotato tutta questa operazione di cessione, tali da farci dubitare della sua genuinità». In ragione di ciò, annuncia, «l’amministrazione doverosamente trasmetterà i documenti alla locale procura della Repubblica per le verifiche e gli accertamenti del caso».