Toscana

DIRITTI UMANI: 8000 STUDENTI A FIRENZE PER CANTARE LA PACE

Un ragazzino con i capelli scuri si mette addosso la bandiera della pace e saltella al ritmo della canzone di Rino Gaetano “Il cielo è sempre più blu”, interpretata da Alessandro Benvenuti. Intorno a lui migliaia di altri giovanissimi cantano, battono le mani a tempo, fanno la ola e sventolano bandiere, striscioni e cartelli contro la guerra. Sullo sfondo, una enorme fascia arcobaleno copre per intero una parete del palasport di Firenze, ribattezzato col nome di Nelson Mandela. E’ la nona edizione del Meeting per i diritti umani organizzato dalla Regione Toscana per ricordare l’anniversario della dichiarazione Onu del 10 dicembre 1948.

Il Meeting è quest’anno dedicato alla “pace in tempo di guerra” e ospita oltre 8000 ragazzi e insegnanti di cento scuole toscane. Presentati dal giornalista Gad Lerner, salgono sul palco numerosi testimoni nazionali e internazionali. Ne deriva un quadro articolato, dove la pace e i diritti vengono presentati ai ragazzi nelle loro molteplici sfaccettature. C’é la voglia di pace di Seiko Ikeda, sopravvissuta di Hiroshima, sfigurata dalla bomba eppure “più fortunata di quei morti che galleggiavano nel fiume” e sempre pronta a girare il mondo da “‘ibakusha”, vittima dell’atomica, perché nel mondo non ci siano più persone come lei. C’é la ricerca dolorosa della pace di Ismail Muhammad Khatib, padre del piccolo Ahmed, 12 anni, ucciso nel novembre scorso a Jenin, in Cisgiordania, perché i soldati israeliani lo avevano visto giocare con un fucile giocattolo. Khatib porta con sé la foto del figlio e il racconto della sua morte assurda, ma al tempo stesso seminatrice di pace. “La mia famiglia – ricorda – ha deciso subito di donare gli organi di Ahmed, perché questo gesto sia un messaggio di pace rivolto a palestinesi e israeliani”.

C’é la volontà di arrivare alla pace attraverso la verità e la necessaria riconciliazione di Sheila Sisulu, stretta collaboratrice di Mandela, che ha fatto parte della Commissione voluta per porre fine all’apartheid. “Senza quella commissione, che ha permesso di far luce sui crimini della segregazione razziale – ha detto – il Sud Africa sarebbe oggi sconvolto dalla guerra civile”.

C’é poi la pace che si trova nel diritto, nelle leggi internazionali che dovrebbero tutelarla ma che spesso sono violate. “La norma dell’Onu che impedisce di aggredire un altro Stato – ha spiegato Antonio Cassese, docente di diritto internazionale e ex presidente del Tribunale penale per i crimini nella ex Jugoslavia – viene tradita ma serve come parametro di valutazione, come guida morale per poter dare un giudizio sull’operato degli Stati. Non bisogna mai smettere di indignarsi”. Parla di pace anche Fabio Mini, generale dell’Esercito italiano che per un anno ha comandato l’operazione Nato in Kosovo. “I soldati devono restare tali, non sono portatori di fiori – ammette – fermi restando gli scopi umanitari delle missioni, bisogna ricordare che i militari sono mandati ad affrontare guerre o situazioni di rischio e potenziale combattimento”.

Il Meeting si conclude con la consegna della medaglia d’argento a Khatib da parte del presidente della Regione Claudio Martini. “Sono orgoglioso dei giovani toscani – commenta Martini rivolgendosi ai ragazzi – voi siete il nostro migliore e più importante investimento. La Toscana ha una grande tradizione di civiltà. Ma il suo senso sarebbe nullo se non venisse costantemente riaggiornata”. Gli ottomila, terminata la giornata di “riaggiornamento”, escono dal Palasport. (ANSA).