Toscana

DIRITTI UMANI: AMNESTY INTERNAZIONAL, «A GUANTANAMO ANCORA CONDIZIONI DI ISOLAMENTO CRUDELI»

“La maggioranza di coloro che si trovano ancora a Guantánamo è detenuta in condizioni d’isolamento crudeli, che violano gli standard internazionali”. È la denuncia di Amnesty International, che ha diffuso oggi un nuovo rapporto sulle condizioni del carcere americano a Cuba. “La maggior parte dei prigionieri – si legge – è stata sottoposta a un trattamento duro per tutta la durata della detenzione, trascorsa in gabbie metalliche o celle di massima sicurezza. Per di più, una nuova struttura aperta lo scorso dicembre, conosciuta come Campo 6, ha determinato condizioni ancora più rigide e durature d’isolamento estremo e deprivazione sensoriale”. I prigionieri, denuncia il rapporto, “sono reclusi per 22 ore al giorno in celle d’acciaio isolate e recintate, tagliati quasi completamente fuori da ogni contatto umano. Le celle non hanno aperture sull’esterno o accesso a luce e aria naturale. I detenuti non possono svolgere alcuna attività, sono sottoposti a illuminazione costante, 24 ore su 24, e sorvegliati regolarmente dal personale del centro”. Amnesty ritiene che le condizioni, come rilevato da immagini fotografiche e dalle testimonianze dei prigionieri e dei loro avvocati, “violino gli standard internazionali sul trattamento umano”.

Secondo quanto risulta ad Amnesty international, l’80% dei circa 385 uomini che si trovano a Guantánamo sono detenuti in isolamento, “un passo indietro – lamenta l’organizzazione – rispetto a decisioni precedenti, tese a migliorare le condizioni di detenzione e a favorire maggiore socializzazione tra i prigionieri”. Amnesty teme per la salute mentale dei detenuti e chiede nuovamente che Guantánamo “sia chiusa e che i detenuti siano incriminati e processati secondo gli standard internazionali sui processi equi oppure rilasciati”. Le misure sollecitate comprendono “la fine dell’isolamento prolungato e in condizioni di limitata stimolazione sensoriale, un aumento delle attività e delle opportunità di associazione tra i detenuti, contatti regolari con le proprie famiglie e possibilità di fare telefonate e ricevere visite”. Amnesty chiede inoltre di “consentire l’ingresso a Guantánamo di organizzazioni indipendenti e di esperti Onu sui diritti umani, nonché di un team indipendente di medici che possa visitare i detenuti in privato e accertarne le condizioni di salute”.

Sir