Toscana

DIRITTI UMANI: PE, TROPPE VIOLAZIONI. IL CASO DEGLI OSTAGGI NEL SINAI

(Strasburgo) – “Lotta contro la pena di morte, tutela dei minori, impegno per assicurare la libertà di espressione e di religione, nuove sfide emergenti come la censura su internet”: sono alcuni dei punti che Laima Andrikiené sottolinea a proposito della situazione dei diritti umani nel mondo. L’eurodeputata lituana è relatrice sull’argomento e ha steso un ampio documento che è stato discusso oggi pomeriggio al Parlamento europeo e che verrà votato in aula domani. Andrikiené sottolinea che “la crisi economica sta peggiorando la situazione dei diritti umani nel mondo” e a questo si aggiungono “i problemi legati alla lotta contro il terrorismo internazionale”. Numerosi i casi concreti sollevati, fra cui quelli di alcuni paesi mediorientali, oltre a Cuba e Russia. Sempre domani l’emiciclo si dovrà pronunciare su “diritti umani, democrazia e Stato di diritto” con particolare riguardo ai “rifugiati eritrei tenuti in ostaggio nel Sinai”, alle discriminazioni in atto in Uganda, alla “pratica della fustigazione in Malaysia”. Sul primo punto sono state depositate sei relazioni di altrettanti gruppi politici, che stanno al momento negoziando una posizione comune.  I sei testi presentati per il voto e relativi agli ostaggi nel Sinai convergono in numerosi aspetti, a partire dall’analisi del problema dei circa 250 africani, in maggioranza eritrei, ostaggio di trafficanti di esseri umani nel deserto del Sinai. Le proposte di risoluzione invocano un intervento immediato delle autorità egiziane al fine di liberare gli ostaggi e assicurare i trafficanti alla giustizia e fanno appello a una collaborazione in tal senso tra Egitto e Israele. I gruppi politici richiedono un intervento dell’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Catherine Ashton, affinché faccia pressioni sul governo del Cairo. Il testo del Gruppo liberaldemocratico sottolinea “che l’Ue deve sicuramente affrontare le cause profonde della migrazione” e “deplora gli effetti collaterali drammatici del Trattato di amicizia italo-libico”; dal canto suo il Ppe afferma che “il confine con il deserto del Sinai è diventato un percorso per il traffico di migranti africani in cerca di posti di lavoro”. I Verdi, invece, ricordano a Egitto e Israele che il diritto internazionale vieta il respingimento o il rimpatrio forzato dei rifugiati. Catherine Ashton afferma che “per difendere i diritti umani nel mondo occorre rafforzare l’Onu”, “collaborare con i paesi terzi” e “avere strategia locale per intervenire in ogni paese” in cui siano violati i diritti umani.Sir