Toscana

Domani la Giornata mondiale per i malati di lebbra, iniziative anche in Toscana

La lebbra, con tutto il retaggio stigmatizzante e l’invalidità per chi ne è colpito, ci sembra qualcosa lontano da noi, che quasi non esiste più. Invece gli ultimi dati Oms, anno 2019, parlano di 202.218 casi accertati nel mondo, con l’India al primo posto con diagnosticati 114.451.Seguono il Brasile con 27.863 casi e l’Indonesia con 17.439. La somma di questi tre Paesi rappresenta l’80,02% del totale mondiale. In tutta Europa, nel 2019, se ne contavano appena 42 casi, per lo più riscontrati in persone provenienti da aree del mondo particolarmente colpite. Questa malattia è causata da un batterio e solo dal 1981 esiste una cura che, appena iniziata, rende la persona non più contagiosa e quindi non deve più ricorrere all’isolamento. L’Aifo (Associazione Italiana Amici Raoul Follereau) prosegue da 60 anni anche in Italia, un’opera di sensibilizzazione che quest’anno è giunta anche sui campi di calcio della serie A, la scorsa settimana: per dire che il controllo della lebbra richiede un miglioramento sociale ed economico della popolazione.«Alleniamo la solidarietà tutti assieme, per vincere la discriminazione e l’esclusione di quanti nel mondo sono colpiti da malattie tropicali e virali e non hanno accesso alle cure primarie», questo il messaggio arrivato sui campi da calcio e rilanciato sui social anche da un gruppo Aifo della Toscana. A Lucca, infatti, dal 1970 l’associazione Aifo «Il Rigagnolo», ricorda come quello della lebbra sia un problema di prevenzione e di sviluppo di un sistema sanitario pubblico, a disposizione di tutti, anche nei paesi più poveri.La referente de «Il Rigagnolo», Anna Diara, come tutti i componenti del gruppo, è dispiaciuta perché a causa della pandemia da Covid-19 non possono organizzare in occasione della Giornata mondiale dei malati di lebbra (proprio domenica 31 gennaio) «i tavoli del miele» che ogni anno propongono in tantissime parrocchie della diocesi di Lucca: grazie a offerte in cambio di barattoli di miele nel 2020 hanno raccolto «10.500 euro tutto inviato ad Aifo e destinato a progetti socio sanitari di lotta alla lebbra e di rafforzamento della sanità di base nei Paesi più poveri del mondo». E guardando alla giornata di quest’anno dice: «Rimane forte il desiderio di continuare a sostenere le tante persone colpite».Pertanto, grazie alla più che trentennale esperienza, hanno scritto una lettera ai parroci di Lucca per invitarli «a ricordare la Giornata nelle celebrazioni di domenica 31 gennaio, in modo da far riflettere su questo tema e attivare la carità». Per avere informazioni www.aifo.it oppure la pagina fb del gruppo lucchese Il Rigagnolo. La Giornata dei Malati di Lebbra è riconosciuta dall’Onu ed è nel calendario della Chiesa Cattolica.Lorenzo Maffei