Toscana
Ferrovie toscane: binari sicuri, ma treni vecchi e in ritardo
«Viaggiare in treno mi consente di rilassarmi, di non pensare alle code che troverò se scelgo l’auto», dice il lavoratore che ogni giorno affronta un viaggio da Arezzo a Prato. «Quasi sempre» soggiunge. In quella frase è racchiuso il problema. Spesso i vagoni sono pieni, talvolta freddi, il ritardo è pressoché d’obbligo, a volte sono minuti, altre volte si va verso la mezzora. In questo caso, per i lavoratori pendolari parte la multa o la penalizzazione sull’orario. Addirittura, può accadere che i treni siano soppressi. Allora, addio rilassamento.
Ritardi e soppressioni sono il punto dolente del trasporto regionale. I dati degli ultimi due mesi sono eloquenti: nel novembre 2004, su 17 mila 400 treni circolanti sulle tratte toscane, 14 mila 300 erano in ritardo di 5 minuti, 2150 da 6 a 15 minuti, 800 oltre i 15 minuti e solo 200 puntuali. Situazione peggiore in un giorno di dicembre: su 606 treni in circolazione quotidianamente, 60 hanno ritardato da 6 a 15 minuti, 30 oltre i 15 minuti, solo 10 sono stati puntuali. I treni regionali soppressi a novembre sono stati 98, di cui 30 per mancanza di personale, 40 per la manutenzione e 28 per altre cause. A dicembre sono saliti a 105.
La mancanza di personale è uno dei punti dolenti. Nonostante i ripetuti solleciti per un numero di assunzioni per garantire il servizio, spiega Stefano Boni, responsabile regionale della Cisl ferrovieri, ancora non si è avuta nessuna risposta concreta e attualmente mancano, rispetto al progetto presentato dalle ferrovie, 25 capitreno, mentre nel personale di macchina operano 25 macchinisti provenienti da altre regioni. Da tempo si chiedono 150 nuove assunzioni tra i 1.650 addetti alla manutenzione di linee e materiale rotabile «che in Toscana non bastano assolutamente», protesta Boni, ma ancora nulla.
Dove si andrà a finire con la riduzione del personale Fs, non è ancora molto chiaro. Per ora sui treni regionali è stato adottato il macchinista unico, affiancato da un secondo agente, in pratica il capotreno, abilitato a frenare e alla conoscenza dei segnali. Un accorgimento che non è piaciuto ai sindacati che pongono l’accento sulla mancanza del personale di bordo come un grave rischio per la sicurezza dei viaggiatori, dell’esercizio ferroviario e dei lavoratori. Per questo hanno mandato un esposto al ministero dei Trasporti e alla procura della Repubblica.
La sicurezza dei treni è tornata d’attualità dopo il disastro di Crevalcuore. In Toscana, la situazione è diversa in relazione all’età del materiale rotabile. L’ha detto Riccardo Conti, assessore regionale ai trasporti, in una comunicazione al consiglio regionale: il sistema Vacma è installato sulle 62 automotrici termiche in esercizio in Toscana. È il sistema chiamato dai ferrovieri «uomo morto» e consiste in un pedale che il macchinista deve premere ogni 55 secondi, in caso contrario scatta il dispositivo collegato al freno d’emergenza. C’è poi l’apparecchiatura Rs, ripetizione dei segnali, è installata su gran parte delle motrici operanti in Toscana e consiste in un sistema che avverte il macchinista se ad esempio è passato con il rosso. Infine, il sistema del futuro, Scmt: istante per istante controlla che la velocità del treno non sia superiore a quella prevista. In caso contrario attiva la frenata.
Per quanto concerne il materiale impiegato nei trasporti regionali, l’assessore Conti rileva come, a partire dal 2000, gli unici investimenti sono stati quelli assistiti dalla Regione. Su questo materiale è presente il sistema di controllo più avanzato, si tratta di 10 locomotori già operativi e di altri 10 già ordinati, di 20 «Minuetto», uno è già in servizio gli altri arriveranno entro il 2006, di 4 Taf (treni ad alta frequentazione, i bipiani) già operativi.
«Al di fuori di questi mezzi non risultano altri programmi in corso di realizzazione rileva Conti Ne emerge complessivamente un quadro di scarso coordinamento nella gestione dell’azienda ferroviaria: da un lato la rete appare ad un discreto livello qualitativo e in via di miglioramento, dall’altro il parco rotabile, in particolare i mezzi di trazione, non appaiono adeguati ad utilizzare le opportunità offerte dalle infrastrutture: soltanto 19 treni, su 600, in circolazione quotidianamente in Toscana sono in grado di utilizzare i sistemi di sicurezza più moderni».
«Siamo fortemente preoccupati per il trasporto regionale afferma Stefano Boni Come primo punto guardiamo alla sicurezza delle infrastrutture. Occorrono più sinergie tra i vari enti per adottare nuovi sistemi in grado di colloquiare con i locomotori. Altro punto delicato riguarda il personale. Da tempo le ferrovie fanno la politica del risparmio, riducendo il personale in maniera indiscriminata. Il personale non può essere considerato solo un peso, ma come una risorsa per l’azienda, perché avere dei ferrovieri qualificati vuol dire avere treni più sicuri e viaggiare in sicurezza».
La linea Spezia- Sarzana – Fornovo e la Prato-Roma sono per ora le uniche tratte dotate in via sperimentale del sistema Scmt, che entro il 2006 dovrebbe essere esteso a tutte quelle a doppio binario, che per ora sono dotate del sistema a ripetizione dei segnali e il Blocco automatico banalizzato (Bab).
Vacma. È un pedale che il macchinista deve premere ogni 55 secondi, dopo di che scatta il dispositivo collegato al freno d’urgenza. È considerato obsoleto ed è chiamato dai ferrovieri «uomo morto».
Smct (Sistema controllo marcia treno). È il sistema del futuro: istante per istante controlla che la velocità del treno non superi quella prevista. In caso contrario attiva la frenata. Riesce a leggere il pericolo nella nebbia più fitta, fa lampeggiare l’allarme per un semaforo rosso sfuggito all’attenzione del macchinista, segnala la presenza di cantieri o il rallentamento del treno che precede. A fine 2004 erano stati attrezzati 3 mila chilometri.
Scc. Attraverso questo sistema, il più avanzato nella gestione della circolazione in campo ferroviario, il traffico è governato da un unico centro di controllo che ha giurisdizione un’area estesa per centinaia di chilometri.
Acs. Altro sistema tecnologico dell’ultima generazione. Consente agli operatori una migliore operatività nelle normali situazioni di circolazione e nella gestione delle situazioni critiche.
Ertms. Le linee ad alta velocità non possono essere attrezzate con i segnali luminosi laterali, di difficile lettura, quando il treno viaggia veloce: questo sistema garantirà la distanza tra i treni e la verifica delle operazioni.
Blocco conta assi (Bca). Un apposito «pedale» elettromagnetico bidirezionale «conta» il numero di assi dei convogli che escono dalla stazione e li trasmette alla stazione limitrofa. Nella seconda stazione un’altro pedale effettua lo stesso conteggio in uscita. Se i due conteggi sono uguali la sezione di blocco viene dichiarata «libera» permettendo l’invio di un altro treno altrimenti resta «occupata». In Toscana è presente sulle linee ad un solo binario, tranne per i tratti Asciano-Monte Antico, Cecina-Volterra e Pisa-Vada.
Blocco automatico banalizzato (Bac). Se il macchinista non tiene conto dell’indicazione data dal semaforo, riceve in cabina un segnale acustico che lo richiama all’ordine. Se non rimedia da solo, il treno si blocca automaticamente. Si definisce «banalizzato» perché consente di far andare i treni in direzione opposta sullo stesso binario, superando la tradizionale impostazione dei binari pari e dispari, su cui i treni vanno in modo monodirezionale. In Toscana è presente su tutte le linee a doppio binario.