Toscana

Furto sacrilego nella basilica di San Vincenzo e Santa Caterina: rubata una pisside con più di cinquanta ostie consacrate

Il fatto è avvenuto questa mattina poco prima delle ore 11 ed è stato ripreso dalla telecamere di sorveglianza interne. Sgomento e costernazione per le monache Domenicane di clausura, che da secoli reggono la basilica dedicata alla Santa di Prato, per la profanazione dell’Eucarestia.

«Ci siamo rese conto del furto dopo aver visto il tabernacolo sfondato – dice suor Anna Ferro della comunità delle Domenicane –, poi siamo andate a vedere le immagini delle telecamere e abbiamo capito cosa era successo. Vorremmo lanciare un appello: è stata rubata una pisside d’argento ma non è quello l’importante, il fatto è che era colma di ostie consacrate. Se qualcuno dovesse trovarle, oppure se qualcuno è a conoscenza di qualcosa, lo preghiamo di farcelo sapere».

Si dice turbato e addolorato dell’accaduto il vescovo Giovanni Nerbini: «Fatti di questo genere sono gravissimi e dimostrano il benché minimo rispetto per la fede e per il sacro. Sono molto amareggiato. Stiamo pensando a una preghiera o a una messa di riparazione per quello che è successo, occorre ripristinare il senso primo della presenza dell’Eucarestia in mezzo a noi».

Il furto è stato denunciato ai Carabinieri della Compagnia di Prato, che una volta giunti sul posto hanno acquisito le riprese della videosorveglianza interna della basilica e raccolto gli elementi necessari per rintracciare il ladro.

Come si vede dalle immagini, prima di scassinare il tabernacolo, l’uomo, con il volto coperto dal cappuccio del giubbotto, si è interessato alle cassette per le offerte, poi, dopo averle giudicate troppo difficili da aprire, si è diretto verso l’altare laterale dove ha preso la pisside d’argento. In quel momento in chiesa non c’era nessuno e il ladro ha potuto agire indisturbato, riuscendo con facilità a scardinare la porta in marmo e metallo che chiude il tabernacolo.

Il gravissimo episodio avviene alla vigilia della festa di Santa Caterina de’ Ricci e all’interno del cinquecentesimo anniversario della nascita della santa compatrona di Prato, che si chiude proprio in occasione della memoria liturgica in programma il 4 febbraio.