Toscana

GUERRA IN IRAQ: MARTINO, RINVIGORIRE LE RELAZIONI INTERNAZIONALI LOGORATE

“Non si può prescindere dall’Onu come strumento di unità dei popoli e delle persone, ma la causa della pace richiede nuovi e più adeguati livelli trasparenti e sussidiari di autorità”. Renato Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace chiude questa mattina a Orosei (Nuoro) i 4 giorni di lavoro del 29° Convegno nazionale delle Caritas diocesane dal titolo “Scelte di giustizia, cammini di pace”. “È il momento di mettere mano tutti insieme ad una ingegneria costituzionale dell’umanità” – spiega Martino – “bilanciando i rapporti tra diversi livelli di autorità, internazionali come anche continentali e regionali”. Non si tratta di “costruire un super-stato”, ma di “declinare l’autorità secondo la regola della sussidiarietà”. “Il costante richiamo del Papa all’Onu prima, durante e dopo la guerra in Iraq – precisa Martino – non è un avallo a come l’Onu oggi è fatto, ma un invito a rinvigorire le relazioni internazionali logorate da quel conflitto”. La pace “non può essere imposta dalla violenza” – prosegue – “né è il risultato di lunghe ed estenuanti trattative” ma “sgorga da valori condivisi e vissuti”. La pace “è effetto proprio della carità” – ribadisce Martino, riprendendo la Summa theologica di S.Tommaso – e “la carità è la via principale e necessaria per la pace”. “Mai come nei tempi moderni la pace è stata tanto offesa e ciò succede proprio perché si dimentica l’intimo nesso tra pace e carità”. La carità si declina, poi, in “progetti concreti per uno sviluppo umano universale, integrale e sostenibile. Martino fa riferimento all’aiuto pubblico allo sviluppo (lo 0,7% del Pil fissato nel 1970 dai paesi ricchi), sollecitando a “mantenere quanto promesso, altrimenti non servirà a granché”. Sir