Toscana

IL PRIMO ANGELUS SENZA IL PAPA; GIOVANNI PAOLO II SALUTA DALLA FINESTRA DEL GEMELLI

Un Angelus speciale quello di oggi, terza domenica di Quaresima. In piazza san Pietro, per la prima volta in 26 anni di pontificato, Giovanni Paolo II non si è affacciato dalla finestra del suo studio per la riflessione e la preghiera mariana. Il papa, ricoverato al policlinico Gemelli dal 22 febbraio scorso, ha seguito la preghiera dalla sua stanza in ospedale. Ma proprio lì, mentre in Vaticano si terminava la preghiera, Giovanni Paolo II è apparso dietro la finestra del decimo piano, dove è collocata la sua stanza, e ha benedetto i presenti radunati nel piazzale. Salutando con la mano i fedeli e i giornalisti, si è toccato la gola, quasi a significare che non poteva parlare. Nei giorni scorsi il papa ha subito un intervento di tracheotomia, per aiutarlo nella respirazione.

Nella piazza san Pietro erano presenti migliaia di fedeli, venuti a pregare per la salute del papa. In questi giorni, gli auguri per la salute del pontefice sono giunti da tutto il mondo e in molte chiese dei diversi continenti si prega per lui.

A guidare la preghiera è stato mons. Leonardo Sandri, sostituto della segreteria di Stato. Mons. Sandri, assieme ad alcuni fedeli, dal sagrato della basilica, saluta i presenti: “Il Santo Padre non è con noi, dice mons. Sandri, ma egli ci segue dal Gemelli. Egli offre le sue preghiere e le sue sofferenze per il mondo intero. E noi dalla sua piazza, uniti a lui, con il nostro grande affetto preghiamo con lui e per lui”.

E questo è il testo delle parole del papa, lette da mons. Sandri:

“Carissimi Fratelli e Sorelle, ancora una volta mi rivolgo a voi dal Policlinico Agostino Gemelli. Vi ringrazio con affetto e sento tutti vicini spiritualmente. Penso a voi raccolti in Piazza San Pietro, singoli e gruppi oggi intervenuti, e a tutti coloro che da ogni parte del mondo si interessano alla mia persona. Vi chiedo di continuare ad accompagnarmi soprattutto con la vostra preghiera.

Il clima penitenziale della Quaresima, che stiamo vivendo, ci aiuta a meglio comprendere anche il valore della sofferenza che, in un modo o nell’altro, tocca tutti noi. E’ guardando a Cristo e seguendolo con paziente fiducia che riusciamo a comprendere come ogni forma umana di dolore racchiuda in sé una promessa divina di salvezza e di gioia. Vorrei che questo messaggio di conforto e di speranza giungesse a tutti, specialmente a chi attraversa momenti difficili, a chi soffre nel corpo e nello spirito.

A Maria, Madre della Chiesa, rinnovo il mio affidamento: Totus tuus! Ci aiuti Lei in ogni momento della vita a compiere la santa volontà di Dio. A tutti giunga la mia paterna benedizione”.Asianews