Toscana

IRAQ, ARCIVESCOVO LATINO DI BAGHDAD: FORZE COALIZIONE DEVONO RESTARE

Un ritiro delle forze della coalizione dall’Iraq “sarebbe una prova di grave mancanza di responsabilità. Né gli americani né gli alleati dovrebbero lasciare il Paese: significherebbe passare dall’anarchia al caos”. Lo ha dichiarato monsignor Jean Benjamin Sleiman, arcivescovo della Chiesa latina di Baghdad, in un’intervista concessa oggi alla Misna. “Abbandonare a se stesso l’Iraq vorrebbe dire preparare un tragico futuro per tutti noi. Sarebbe un’eredità terribile per l’Occidente che si aggiungerebbe al focolaio del Medio Oriente, rendendo tutto estremamente più difficile”. Il dopoguerra iracheno, osserva il presule, è caratterizzato dalla mancanza di sicurezza: “Nei giorni successivi alla caduta di Baghdad si è smantellato l’esercito iracheno togliendo al Paese una struttura di sicurezza senza sostituirla da qualcosa in grado di svolgere lo stesso compito. Così 400mila uomini armati, che si potevano in qualche modo controllare dopo avere epurato i vertici e processato i colpevoli, sono oggi dispersi nella società, senza una fonte di reddito. Chi ci dice che alcuni non partecipino alla guerriglia?”.

Secondo monsignor Sleiman “alle correnti fondamentaliste militanti sia tra i sunniti che tra gli sciiti si sono probabilmente aggiunte anche forze provenienti dall’estero e molto professionali, come dimostra la crescente complessità e organizzazione degli attentati. Forse la rete di Al Qaida ha trovato il modo di raggiungere il Paese, e, forse, esistono anche nazioni che trarrebbero vantaggio dal far annegare gli americani nella sabbia rovente dell’Iraq”. Nella sua intervista (che verrà pubblicata dalla MISNA per esteso) il presule denuncia l’aumento dei sequestri a scopo di riscatto: “Sospettiamo che i rapitori siano ex agenti dei servizi segreti, che per anni hanno sorvegliato le persone e sanno bene quali famiglie colpire e quanto estorcere loro”. Recentemente un soggetto assolutamente nuovo sta turbando la già precaria coesistenza tra stranieri e iracheni: “Negli ultimi mesi – continua l’arcivescovo latino di Baghdad – sono giunte in Iraq organizzazioni religiose americane, che non vorrei definire ‘sètte’, e che vanno tra la gente ad annunciare apertamente di essere in Iraq per convertire i musulmani. Questi gruppi sono una vera provocazione per gli islamici e non ci si stupisce se alcuni musulmani reagiscono aggressivamente”. Infine un appello all’Onu: “Se le Nazioni Unite prenderanno in carico i problemi dell’Iraq con il consenso della comunità internazionale, inclusi i Paesi arabi, allora sarà una forza riconosciuta da tutti e non sarà impossibile ottenere anche la solidarietà della maggioranza della popolazione irachena”. L’Onu, conclude monsignor Sleiman “da solo sarebbe inefficace: i contingenti di pace devono restare”. Misna