Toscana

IRAQ: UCCISI IERI SACERDOTE CALDEO E TRE SUDDIACONI; LO SDEGNO DEL PATRIARCATO CALDEO

Ieri pomeriggio, davanti alla chiesa del Santo Spirito di Mosul, è stato ucciso il parroco, padre Raghiid Ganni e tre suddiaconi. La notizia è apparsa sul sito Baghdadhope che rilancia fonti locali che parlano di “una esecuzione a sangue freddo. Gli assassini hanno atteso che il sacerdote, dopo la messa, salisse in macchina con i suoi tre assistenti per sparare”. Non ci sono altri particolari tranne che ieri alle 20.30 (ora di Mosul) neanche la polizia, ha potuto avvicinarsi alla chiesa sita nel quartiere di Hay Al-Noor e recuperare le salme. Padre Ganni aveva già subito attentati e minacce e la stessa chiesa del Santo Spirito era stata attaccata pochi mesi fa. Il sacerdote caldeo aveva partecipato, offrendo la sua testimonianza, alla veglia per il congresso eucaristico (Cen) di Bari 2005. La morte di padre Ganni giunge in concomitanza con il sinodo della Chiesa caldea in corso ad Al Qosh, a soli 25 chilometri da Mosul. A rimarcare la gravità della persecuzione contro i cristiani iracheni anche la notizia, di pochi giorni fa, che terroristi islamici si sono impadroniti del convento Angelo Raphael, nella zona al Mikanik, nel quartiere di Dora, delle suore caldee del Sacro Cuore a Baghdad. Il convento è ora una base per le operazioni degli integralisti.

Preghiera e sdegno ma anche un appello al Governo del Paese e alla comunità internazionale perché intervengano per porre fine alla persecuzione contro i fedeli cristiani iracheni. I vescovi caldei alzano la voce dopo l’assassinio, ieri a Mosul, del sacerdote caldeo padre Ragheed Aziz Ganni e di tre suddiaconi e lo fanno in un comunicato, rilanciato da Baghdadhope nella traduzione di mons. Philip Najim Procuratore del Patriarcato di Babilonia dei Caldei presso la Santa Sede e visitatore vpostolico dei Caldei in Europa. “Si tratta di un crimine vergognoso – si legge – coloro che lo hanno commesso hanno compiuto un atto orribile contro Dio e contro l’umanità, contro loro fratelli che erano cittadini fedeli e pacifici, oltre ad essere uomini di religione che sempre hanno offerto le loro preghiere e le loro suppliche a Dio perché portasse pace, sicurezza e stabilità a tutto l’Iraq. I Vescovi chiedono a tutti l’unità e la solidarietà in questi momenti difficili, ed in questa triste occasione, ripetendo quanto già dichiarato per quanto riguarda le persecuzioni degli iracheni cristiani, la loro emigrazione forzata ed il loro essere spinti a rinnegare la propria fede, chiedono ai responsabili iracheni ed alle organizzazioni internazionali di intervenire prendendo i provvedimenti necessari per mettere fine a questi atti criminali”.

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