Toscana

Il 2020 anno nero anche per i matrimoni, dimezzati a Firenze rispetto al 2019

A Firenze nel 2020 sono stati celebrati  850 matrimoni: 620 matrimoni civili e 230 matriomoni concordatari. Sono i dati dell’Ufficio statistica del Comune che sommano i matrimoni celebrati a Firenze, con quelli di persone residenti a Firenze che si sono sposate in altri comuni. Sono state 43 le unioni civili registrate all’anagrafe comunale. Numeri quasi dimezzati rispetto al 2019 quando i matrimoni erano stati 1622 (965 civili, 657 religiosi) e 64 le unioni civili. Nel 2018 i matrimoni erano stati 1639 (1007 civili, 632 religiosi) e 58 le unioni civili.

Secondo il sociolo Marco Bontempi (l’intervista integrale sul numero di Toscana Oggi in uscita questa settimana) «la riduzione dei matrimoni nel 2020 è sicuramente legata anche alle questioni relative all’impossibilità di fare tutte le attività che socialmente sono connesse all’evento matrimoniale: ricevimenti, inviti, festeggiamenti di vario genere. Questo, naturalmente, è un elemento che ha influito sulla scelta di molte coppie di non sposarsi o comunque di rimandare il matrimonio. Però dobbiamo dire che già nel primo trimestre del 2020 i dati, a livello nazionale, evidenziano un calo rispetto al primo trimestre del 2019, nonostante il primo trimestre del 2020 sia stato colpito solo in parte dal virus. Il calo, quindi, era già in atto ed è diventato un precipizio a seguito di tutto quello che poi è successo dopo. La pandemia ha certamente influito in modo molto significativo sul crollo dei numeri di matrimoni, ma il fenomeno era in corso già dall’inizio del 2020».

Questo fenomeno rischia di avere effetti negativi anche sulla natalità, già a livelli bassissimi: «In Italia – spiega Bontempi – i bambini nascono soprattutto da coppie stabili, perché c’è ancora una tendenza culturale a considerare la stabilità condizione necessaria per poter avere il primo figlio. Questo ci fa pensare che la riduzione dei matrimoni in generale, e dei primi matrimoni in particolare, sarà una prospettiva che produrrà una riduzione della natalità nel prossimo futuro e sarà una tendenza che non si fermerà in tempi brevi, ma coinvolgerà un lungo periodo»