Toscana

Immigrati, in Toscana a quota 400 mila

Lenta sicuramente, quanto meno rispetto agli aumenti fatti segnare prima della crisi che ha pesantemente investito anche il territorio regionale. Però la crescita della popolazione straniera regolarmente presente in Toscana è proseguita anche nel 2011 chiudendo l’anno a «quota 398mila», due mila immigrati in più rispetto ai dodici mesi precedenti per un’incidenza sulla popolazione residente pari al 10,8%, un dato superiore di due punti percentuali a quello nazionale che, invece, si arresta all’8,5%. La stima è contenuta nel capitolo dedicato alla Toscana del «Dossier Statistico Immigrazione 2012», il volume annuale pubblicato dalla Caritas e dalla Fondazione Migrantes che martedì scorso è stato presentato, in contemporanea, sia a livello nazionale che in 22 diverse sedi regionali. Incluso Palazzo Medici Riccardi, a Firenze, sede dell’amministrazione provinciale del capoluogo, che ha ospitato l’appuntamento toscano, con l’assessore regionale al welfare Salvatore Allocca e monsignor Riccardo Fontana, delegato della Conferenza episcopale toscana per il servizio della carità e nel corso del quale sono intervenuti anche Salvatore Geraci in rappresentanza del Comitato Scientifico del «Dossier», il direttore regionale della Migrantes padre Stefano Messina e il responsabile di Cna News Fosco Corradini, oltre ovviamente agli esperti della redazione toscana che hanno scattato una fotografia aggiornata e dettagliata della situazione regionale. «Il fatto che, nonostante la prolungata congiuntura economica negativa questo segmento della popolazione regionale sia continuato a crescere – hanno spiegato fra l’altro quest’ultimi – significa semplicemente che la capacità attrattiva dei principali bacini occupazionali è solo uno, e in questo momento neppure il principale dei fattori in grado di spiegare l’andamento e le dimensioni dell’immigrazione in Toscana su cui, invece, incidono in misura crescente tanto la ricomposizione sul territorio regionale dei nuclei familiari quanto i nuovi nati da genitori stranieri».I motivi del soggiorno. Un ulteriore conferma arriva dall’archivio del Ministero dell’Interno relativo agli stranieri non comunitari regolarmente soggiornanti in Toscana che evidenzia come, per la prima volta, nel 2011 gli extracomunitari titolari di un documento di soggiorno di durata illimitata e non sottoposto a rinnovo (il cosiddetto «permesso di soggiorno Ce» che ha sostituito la carta di soggiorno) sono più numerosi di coloro che, invece, hanno ancora un permesso di soggiorno a tempo determinato dato che i primi sono pari al 52,1% dei 284.148 immigrati extracomunitari «toscani» in regola con il permesso di soggiorno contro il 47,9% dei secondi. «È un dato – hanno spiegato i redattori toscani – che accentua ulteriormente tanto il carattere sempre più strutturale della presenza immigrata sul territorio regionale quanto la crescente stabilizzazione della popolazione straniera e che assume un una particolare rilevanza soprattutto se si considera che per ottenere un titolo di soggiorno di durata illimitata occorrono almeno cinque anni di presenza regolare in Italia e la titolarità di un permesso di soggiorno in corso di validità, oltre ad un reddito non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale (poco più di cinquemila euro) e il superamento del test di lingua italiana, requisiti insomma tutt’altro che semplici da raggiungere e che sono già di per sè indice di un forte radicamento sul territorio regionale». La distribuzione territoriale degli stranieri non comunitari regolarmente residenti rispecchia, a grandi linee, quella degli immigrati residenti anche se, ovviamente, attribuisce un peso maggiore a quei contesti provinciali in cui è meno marcata la presenza di cittadini stranieri originari di un paese dell’Unione Europea. La conseguenza, quindi, è che alla spalle di Firenze (con 95.037 extracomunitari regolarmente soggiornanti), al secondo posto di un’ipotetica graduatoria regionale si colloca Prato (38.519), a causa soprattutto della massiccia presenza d’immigrati originari dell’Asia orientale. Seguono Pisa (29.948), Arezzo (22.410), Siena (21.857), Pistoia (20.029), Lucca (17.970), Livorno (18.394), Grosseto (12.549) e Massa Carrara (7.435). Per quanto riguarda i paesi d’origine, invece, le comunità più numerose sono l’albanese (69.605), la cinese (46.054) e la marocchina (30.789).La scuola. Numeri che sono spia di un processo di inserimento nel territorio regionale, in corso ininterrottamente da anni e che assume una visibilità specifica soprattutto fra i banchi e nelle classi degli istituti scolastici della regione. Dove, nell’anno scolastico conclusosi l’estate scorsa, gli studenti «toscani» d’origine immigrata sono stati 59.897, per un incremento rispetto all’anno precedente del 6,5%. Più di un terzo (34,8%) frequentava le elementari mentre quasi un quarto (23,7%) era iscritto ad una scuola superiore, «fenomeno difficile da immaginare solo quattro o cinque anni fa – hanno sottolineato i redattori regionali – quando ancora l’inserimento scolastico degli alunni stranieri era caratterizzato da una vera e propria strozzatura, e conseguente calo vertiginoso d’iscrizioni, alla fine delle medie». Il quadro della distribuzione degli alunni stranieri fra i vari ordini scolatici, infatti, è completato proprio dalle secondarie di primo grado, frequentate dal 22.1% degli studenti immigrati toscani e le scuole dell’infanzia cui, invece, è iscritto il 19,4% degli alunni d’origine straniera. Una presenza consistente e crescente, dunque, che pone anche problemi d’integrazione e di successo scolastico se è vero, come si può leggere nel capitolo dedicato alla Toscana del «Dossier Immigrazione» che, alle superiori, il tasso di scolarità degli studenti immigrati (dato dal rapporto fra iscritti e residenti nella fascia d’età compresa fra i 14 e i 18 anni) è inferiore di circa un quarto a quello degli italiani, e che il tasso di ripetenza medio degli alunni stranieri nel 2011/2012 è stato del 12%, ossia circa cinque punti percentuali in più rispetto a quello degli studenti di cittadinanza italiana.Il mercato del lavoro. La vera sorpresa, però, arriva dall’inserimento occupazionale. Perché, nonostante il morso della crisi non abbia assolutamente allentato la presa sull’economia regionale investendo pesantemente anche alcuni bacini lavorativi tradizionali della manodopera straniera come le costruzioni che hanno chiuso il 2011 con un -9,8% nella produzione e una riduzione dell’8,4% negli occupati, l’archivio Inail farebbe segnare una certa vivacità e anche una ripresa piuttosto significativa della domanda di manodopera immigrata se è vero che gli assicurati sarebbero passati da 210.494 del 2010 ai 252.328 dell’anno successivo per un incremento del 19,9% in dodici mesi che è arrivato dopo un anno di vera e propria stasi. Beninteso, «il fenomeno va interpretato e trattato con molta cautela e comunque tenendo sempre presente – spiegano gli esperti del “Dossier”– che l’archivio degli assicurati Inail registra tutte le posizioni senza fare differenza fra chi ha lavorato un solo giorno e chi invece è stato occupato continuativamente per tutto l’anno». Anche tenendo presente questa accortezza interpretativa, comunque, il dato rimane significativo, soprattutto tenendo presente che a gli assicurati Inail immigrati sono aumentati addirittura di circa un terzo (32,8%) e a Pistoia (22,4%), Firenze (21,2%) e Livorno (20,9%) di più di un quinto.Le rimesse. Segnali di ripresa anche per quanto riguarda le risorse finanziarie trasferite nei paesi d’origine dai lavoratori immigrati «toscani». Dopo il vero e proprio crollo di un anno, quando scesero da 935 a 563 milioni nello spazio di dodici mesi, nel 2011, infatti, le rimesse hanno ripreso a crescere attestandosi a fine annoquasi alla soglia dei 700milioni. La destinazione prevalente delle rimesse toscane rimane la Cina che ne riceve il 47,2%. Poi vi sono altri dieci paesi cui sono stati spediti più di dieci milioni: si tratta di Romania (10,7%), Filippine (5,1%), Senegal (3,8%), Marocco (3,4%), Perù (3,2%), Albania e Brasile (2,5%), Georgia (2,3%), Bangladesh (2,2%) e Ucraina (1,6%). Conoscere per pianificare.  L’immigrazione quale «grande risorsa per il nostro Paese e per la Toscana» e l’integrazione come obiettivo «corrispondente al disegno di Dio sugli uomini, un popolo capace di vivere insieme solidali l’uno con l’altro e facendo davvero della diversità una ricchezza e un’opportunità piuttosto che motivo di conflitto». Non ha dubbi al riguardo padre Stefano Messina, direttore regionale della Fondazione Migrantes, uno dei due soggetti promotori del «Dossier statistico immigrazione». «Ovviamente non siamo un centro studi – sottolinea invece, don Renzo Chesi, delegato regionale Caritas, l’altro organismo pastorale curatore del volume – e, quindi – se ormai da tanti anni promuoviamo questo volume è perché si tratta di uno strumento importantissimo per comprendere uno dei fenomeni più significativi del nostro tempo e fondamentale per tutta la comunità cristiana dal punto di vista socio-pastorale dato che ci consente di pianificare i nostri interventi di animazione sociale e pastorale illuminati da un lato dal Vangelo e dall’altro da un’analisi scientifica seria e accreditata sulle dimensioni e le caratteristiche dell’immigrazione in Italia».F.P.