Toscana
In Toscana una «Rete» contro la verdura manipolata
È questo l’obiettivo di fondo della Rete delle regioni europee «Ogm free» che dopo un lungo cammino di incontri e confronti è nato su iniziativa della Toscana. L’invito del governo regionale è stato già accolto da diciannove regioni: Emilia Romagna, Marche, Lazio, Sardegna e Provincia autonoma dell’Alto Adige, il Salisburghese, l’Alta Austria, il Burgenland e la Stiria (Austria), l’Highlands & Islands (Scozia) e il Galles, lo Schleswig-Holstein (Germania), l’Ile de France, la Bretagna, l’Aquitania, il Limousin e il Poitou-Charentes (Francia), i Paesi Baschi, Drama-Xavala-Xanthi (Grecia).
«Siamo consapevoli che proprio su questo terreno, e in particolare sui delicati problemi della cosiddetta coesistenza con l’agricoltura transgenica, si giocherà una battaglia decisiva per il futuro delle economie rurali europee spiega l’assessore all’agricoltura della Regione Toscana Tito Barbini . La nostra non è una battaglia di retroguardia, siamo perfettamente consapevoli delle grandi potenzialità di questa nuova frontiera scientifica. Però ci è altrettanto chiaro l’altissimo livello di incertezza in relazione ai possibili rischi ambientali connessi ad una apertura incondizionata alle coltivazioni Ogm. E siamo convinti che questo è un rischio che non possiamo correre e che non dobbiamo far correre ai nostri agricoltori, soprattutto in una regione come la Toscana, che ha così fortemente scommesso su produzioni di qualità, biologiche e tradizionali. Se l’Unione europea si pone il problema di salvaguardare la libera scelta degli imprenditori che scelgono di coltivare Ogm, noi, proprio in base a questo stesso principio di libertà, intendiamo salvaguardare anche la libertà dei coltivatori tradizionali e biologici che vogliono continuare il loro lavoro».
E oggi, sulla base delle conoscenze attuali, questo è possibile non sulla base di una improbabile coesistenza, ma solo con il riconoscimento della possibilità di dichiarare «Ogm free» intere zone o territori regionali. In Toscana il controllo sulle colture è effettuato dall’Arsia, l’Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione nel settore agricoloforestale. I controlli coinvolgono tutte quelle specie a rischio di modifiche genetiche. Ma, per il momento, niente paura. Tutti i controlli effettuati hanno dato esito negativo.