Toscana

Infrastrutture. Toninelli non risponde, Confindustria chiama Conte

«Abbiamo deciso di chiedere un incontro al presidente Conte proprio su questi temi – spiega il presidente di Confindustria Toscana, Alessio Ranaldo, nel corso di una conferenza stampa-siamo onestamente un pò stanchi di aspettare, di avere promesse che poi non vengono mantenute, di avere teorie sulle quali tutti possiamo ribattere». È arrivato il momento delle scelte, ad avviso degli imprenditori. «La campagna elettorale è finita – ammonisce Ranaldo – non abbiamo più tempo, è giusto che ognuno si prenda le proprie responsabilità: siamo aziende, siamo abituati ad avere dei sì o dei no chiari». Allo stesso modo il presidente dell’associazione di categoria non vuole cavalcare la polemica del vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, che proprio a Firenze, lunedì scorso, ha attaccato Danilo Toninelli per i troppi no alle opere pubbliche.

«Cerchiamo un dialogo col governo- chiarisce- andiamo da Conte perché è la massima autorità, da Toninelli non abbiamo ricevuto risposta nei mesi scorsi. Tuttavia non abbiamo pregiudizi. Noi vogliamo semplicemente delle risposte. E a questo punto credo che ce le debbano». La speranza di ottenere qualche risultato netto attraverso il filo diretto con Palazzo Chigi viene alimentata dalla stessa svolta pro-Tav di Conte, in relazione allinea Torino-Lione: «È senz’altro positivo che abbia dato una svolta – riconosce Ranaldo -. Il problema è che abbiamo perso diverso tempo e risorse finora». Un discorso che vale tanto per l’Italia che, a maggior ragione, per la Toscana: «O agiamo subito e torniamo a essere la regione che ci meritiamo di essere- sostiene il presidente degli industriali- oppure il rischio è di avere un gap che poi non recuperiamo». E allora un primissimo banco di prova potrebbe essere proprio l’Alta velocità: serve una decisione incontrovertibile sul tunnel e sulla stazione Foster. Un’opera pubblica sulla quale ormai neppure gli esperti sembrano muovere più obiezioni, la stessa analisi costi-benefici del ministero delle Infrastrutture è in procinto di promuoverla, come raccontato dal Corriere Fiorentino. L’imperativo è fare presto.

Altrimenti, rileva Ranaldo, «rischiamo che i treni ad Alta velocità bypassino Firenze». A pagarne dazio, del resto, già oggi sono le imprese: «Il punto cruciale anche in questo caso non è solo che si sblocchi l’opera, ma dopo quanto. Le aziende chiudono con tempi di risposta così lunghi».