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MEDIO ORIENTE, INCONTRO OLMERT-ABBAS, ISRAELE ANNUNCIA RILASCIO PRIGIONIERI DI FATAH

È durato circa due ore l’incontro svoltosi ieri a Gerusalemme tra il presidente palestinese Mahmoud Abbas e il premier israeliano Ehud Olmert, per discutere il rilancio del processo di pace in Medio Oriente. “Abu Mazen – ha dichiarato il negoziatore Saeb Erekat, presente ai colloqui – ha ribadito che non bisogna perdere di vista l’obiettivo di realizzare la costituzione di uno Stato palestinese democratico che viva in buon vicinato con Israele”. Erekat ha annunciato inoltre la decisone, da parte dello Stato ebraico, di liberare presto 250 prigionieri palestinesi, appartenenti in prevalenza al movimento Al Fatah, fedele al presidente Abbas. Olmert ha spiegato che la lista dei detenuti che riacquisteranno la libertà dovrà essere approvata da una commissione ministeriale. Secondo la stampa locale, nella lista, che non prevede detenuti coinvolti in spargimenti di sangue, sarebbero inclusi 11 minorenni. “In cambio della loro liberazione – rivela il quotidiano on line ‘Yediot Ahronot’ – Olmert ha ottenuto l’impegno del presidente palestinese a non intraprendere ulteriori contatti con Hamas”. Il premier israeliano si sarebbe rifiutato, tuttavia, di promettere ad Abu Mazen la fine delle incursioni dell’esercito di Tsahal nelle città della Cisgiordania, invitando le forze di sicurezza dell’Anp ad un ruolo “più efficace”. Un gesto che sembra concedere, come richiesto da Abbas, una maggiore autonomia di movimento alla polizia palestinese nei territori. Intanto il presidente degli Stati Uniti George W. Bush ha annunciato ieri una conferenza per rilanciare la pace in Medio Oriente, da tenersi nel prossimo autunno, e la volontà di sostenere il governo del presidente palestinese con aiuti per 190 milioni di dollari. La conferenza – alla quale saranno invitati Israele, l’Anp e i “paesi arabi della regione che riconoscono Israele” e sostengono la soluzione dei due Stati – sarà presieduta da Condoleeza Rice.

Una proposta accolta con favore dai due leader, ma aspramente criticata da Hamas, che l’ha definita “un ulteriore tentativo da parte degli Stati Uniti di intromettersi negli affari della regione”. Critiche da parte di Hamas non sono state risparmiate neanche al presidente Abu Mazen, accusato dal portavoce del movimento islamista Sami Abu Zhuri di “voler strangolare la legittima resistenza palestinese contro l’occupazione israeliana”. Da settimane, il presidente palestinese sta cercando di convincere i miliziani delle Brigate dei martiri di Al Aqsa, movimento paramilitare legato ad Al Fatah, a deporre le armi in Cisgiordania. Un braccio di ferro, quello tra Hamas e Fatah, che si combatte in queste ore anche sui banchi del parlamento; il nuovo premier Salam Fayad ha chiesto al capo ad interim del Consiglio legislativo Ahmad Bahar, esponente di Hamas, di convocare una seduta per votare la fiducia al nuovo esecutivo da lui presieduto. Ma poiché Hamas detiene la maggioranza relativa dell’Assemblea, appare improbabile che Fayad possa ottenere la fiducia. Anche nel caso in cui Bahar convocasse la seduta quindi, Fatah la boicotterebbe per dimostrare, secondo gli analisti, che il parlamento non è più in grado di svolgere le sue funzioni costituzionali e poter così autorizzare Abu Mazen ad assumerne le funzioni, e convocare elezioni anticipate.

Misna