Toscana

MEDIO ORIENTE, OFFENSIVA ISRAELIANA ANCHE CONTRO IL NORD E IL NORDEST DEL LIBANO

Proseguono senza sosta i bombardamenti israeliani su diverse località libanesi: l’ultimo ha colpito il campo di profughi palestinesi di Badawi, a nord di Tripoli, nei pressi del confine con la Siria, ma mancano ancora dettagli su eventuali vittime.

Sono invece almeno quattro i morti e 16 i feriti degli attacchi aerei sferrati durante la notte che portano a 77 le vittime libanesi: tre civili sono rimasti uccisi dopo che i caccia israeliani hanno colpito un ponte sul fiume Assi alla periferia di Hermel, presso il confine nordorientale con la Siria a 130 chilometri a nordest da Beirut; un operaio egiziano è morto e altri tre sono stati feriti invece nell’esplosione di una stazione di benzina all’entrata sud di Saïda, principale centro meridionale del paese, mentre almeno altre 14 persone sono state ferite in altri attacchi nel sud del Libano.

In particolare, i caccia israeliani hanno colpito le colline di Msaylih dove si trova la dimora del presidente del parlamento libanese, il filosiriano Nabih Berri, e il ponte di Damour, circa 20 chilometri a sud di Beirut, lungo l’autostrada che collega la capitale al sud del paese.

Per la prima volta l’aviazione israeliana ha sferrato bombardamenti anche nel nord e nel nordest del paese, finora risparmiato, e in particolare contro i dintorni di Tripoli, seconda città del Libano; i collegamenti tra il nordovest del Libano e la Siria, tra cui un ponte sul fiume Oronte; la collina di Terbol dove si trova un campo d’addestramento in disuso dell’esercito libanese. L’autostrada che collega Beirut a Damasco è invece oramai impraticabile.

L’aviazione israeliana è inoltre pronta a bombardare il villaggio sciita di Marhwaheen, a est di Tiro, nel sud del paese: volantini sono stati lanciati per consigliare alla popolazione di rifugiarsi in una vicina base dell’Onu.

Intanto, prosegue la reazione libanese: una dozzina di razzi sono stati lanciati dal sud del Libano contro varie località settentrionali israeliane – in particolare Nahariya – senza far vittime. Risultano invece dispersi quattro soldati della marina israeliana dopo che una nave da guerra ormeggiata al largo del Libano attaccata dagli Hezbollah ha preso fuoco. Secondo un portavoce dell’esercito israeliano, anche una nave civile, apparentemente egiziana, sarebbe stata danneggiata nello stesso attacco.

L’offensiva israeliana prosegue intanto anche sul fronte palestinese: un diciottenne è stato ucciso e altre otto persone sono state ferite in un attacco al villaggio di Deir al Balah, nel centro della striscia di Gaza, dove è stato pure distrutto un ponte nel villaggio di Al Bureij, mentre a Nord di Gaza City sarebbe stato colpito il ministero palestinese dell’Economia.

Sul fronte diplomatico, il partito siriano Baath ha assicurato il “suo pieno appoggio al popolo libanese e alla sua eroica resistenza nel far fronte all’aggressione barbara di Israele e ai suoi crimini”.

Nonostante ciò, il primo ministro israeliano Ehud Olmert ha promesso che l’offensiva proseguirà finché i guerriglieri Hezbollah non perderanno il controllo del sud del Libano al confine con Israele. Anche una mediazione dell’Onu – ha detto Olmert in un colloquio telefonico con il segretario generale Kofi Annan – deve essere vincolata al disarmo degli Hezbollah e al rilascio dei due soldati rapiti mercoledì, il cui sequestro da parte degli Hezbollah ha innescato la crisi israelo-palestinese.Misna