Toscana

Migranti. Toscana lavora su legge accoglienza, «pronta a Natale»

La Regione Toscana sta lavorando ad una legge per garantire ai migranti assistenza sanitaria, sociale, istruzione e, al tempo stesso, per tutelare e supportare le associazioni e gli operatori impegnati in prima fila. Lo annuncia il presidente Enrico Rossi dal palco del Meeting per i diritti umani in corso al Mandela Forum di Firenze. «Ne abbiamo parlato anche ieri in giunta- sottolinea- e la faremo prima di Natale. Affermare l’idea dell’inclusione a Natale mi pare un messaggio importante». Il governatore, quindi, illustra quali saranno i principi cardine del dispositivo normativo in rampa di lancio. Partendo da un assunto piantato con decisione: «Non vogliamo buttare per strada nessuno. Chi sta in Toscana, anche se non ha la cittadinanza è comunque una persona». Per questo «dobbiamo farci carico dell’assistenza sanitaria essenziale. Di un tetto, un posto per ricoverarsi. Ma anche di una minestra calda e dell’istruzione», perché «ci sono dei Comuni che chiudono ai ragazzi figli di immigrati e noi, invece, affermiamo che istruirsi e formarsi è un diritto». La legge, aggiunge Rossi, «vuole lanciare anche un messaggio chiaro, ovvero proteggere coloro che si adopereranno per assistere, curare e si fanno carico di migliaia di persone che ora rischiano, dall’oggi al domani, di trovarsi senza un punto di riferimento. Lavoriamo su questo insieme alle associazioni, anche con quelle religiose, e spero si possa aprire un dialogo con la Chiesa».

Già in passato, ricorda Rossi, «facemmo una legge che poi fu appellata dal governo Berlusconi. La Corte Costituzionale però riconobbe e sancì che il diritto alla salute non è legato alla cittadinanza, perché universale. È oltre i confini e il tempo, appartiene alla persona in quanto tale». Si nasce, continua il presidente, «e si ha diritto alla salute, come è scritto nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Si nasce e si ha diritto a muoversi in libertà, e si ha diritto alla cittadinanza. Dichiarazione del 1948, vi dice nulla rispetto alla situazione presente?».