Toscana

Nassiriya, un toscano tra i militari uccisi

Già in Italia le salme dei tre cadutiIl figlio di Ciardelli battezzato prima del funerale del padreNiccolò, il figlio di due mesi del capitano della Folgore Nicola Ciardelli, sarà battezzato mercoledì mattina, nella parrocchia di San Nicola, prima della cerimonia funebre del padre che si terrà a Pisa dopo i funerali di Roma. Ad annunciarlo è stato il vescovo di Pisa, monsignor Alessandro Plotti, che celebrerà entrambe le funzioni. L’annuncio è stato fatto dal vescovo ieri sera, in occasione del consiglio comunale straordinario a Pisa, convocato per l’attentato di Nassiriya costato la vita al capitano della Folgore, a cui ha preso parte anche monsignor Plotti. La chiesa di San Nicola era la parrocchia di Ciardelli, che a Pisa era nato e viveva con la famiglia. Intanto stamani sono partiti da Pisa per Roma i genitori e una delle sorelle dell’ufficiale, accompagnati da militari della Folgore e dal tenente psicologo dello Stato maggiore dell’esercito che li sta assistendo. Funerali di stato martedì 2 maggio a RomaSi terranno martedì 2 maggio nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, a Roma, alle 10 – salvo diverse decisioni dell’ultimo momento – i funerali dei tre militari italiani morti a Nassiriya. L’arrivo del C-130 dell’Aeronautica militare con a bordo le bare è previsto per sabato, a Ciampino, intorno alle 16. A bordo del velivolo, ad accompagnare i feretri, ci sarà il generale Fabrizio Castagnetti, comandante del Coi, il Comando operativo di vertice interforze. Le salme verranno quindi trasferite all’istituto di medicina legale, a disposizione della magistratura. Dopo la probabile autopsia e il nulla osta dei pm verrà aperta la camera ardente, forse a partire dalla stessa domenica mattina (fino alle 20), nella cappella del policlinico militare del Celio. La camera ardente resterà aperta anche lunedì, dalle 9 alle 20. Promozione per i due carabinieri uccisiPromozione per i due carabinieri vittime dell’attentato di Nassiriya. I marescialli Carlo De Trizio e Franco Lattanzio, per “benemerenze d’ istituto”, sono stati promossi al grado di maresciallo aiutante sostituito ufficiale di pubblica sicurezza. La motivazione parla di “prova di eccezionale senso del dovere, vivissimo attaccamento al servizio e all’ istituzione”. Per ognuno dei due carabinieri si sottolinea la partecipazione “alle rilevanti operazioni di servizio condotte dalle forze armate italiane, contribuendo al loro compimento, evidenziando in tal modo spiccate qualità professionali e militari. Nel corso del vile attentato terroristico rimaneva tragicamente ucciso, immolando in tal modo la sua vita ai più sacri valori del’ amor di patria”. Gen. Termini: «Roba da professionisti»“Dalle condizioni del mezzo e dagli effetti provocati sugli occupanti, quella dell’ordigno a carica cava risulta l’unica ipotesi fondata”. Lo afferma l’ex generale del Genio Fernando Termini, uno dei massimi esperti italiani di ordigni ed esplosivi, parlando dell’attentato di Nassiriya. Secondo il generale, “da quello che si è visto finora, il mezzo non presenta danni da esplosione di una grossa carica convenzionale. Mentre l’ipotesi della carica cava, con il dardo che penetra all’interno incendiando tutto quello che trova, è assolutamente compatibile sia con lo stato del veicolo, sia con le gravissime ustioni riportate dai morti e dal ferito”.

La carica cava, aggiunge Termentini, può essere “quella di un normale razzo contro carro, oppure quella di una mina anti carro”; l’attivazione, poi, “può essere stata fatta a distanza o con accenditori elettronici di vario tipo, ad esempio magnetici. Un telecomando o un radiocomando”. In queste ore si è sviluppata una polemica sulla presunta inadeguatezza dei mezzi, ma secondo il generale Termentini “la corrazzatura del blindato è un problema irrilevante poiché difficilmente, anche con le blindature più pesanti, può essere fermato il potere perforante di un’arma a carica cava”.

Ugualmente, ad avviso dell’esperto, non è detto che sarebbe servito ad impedire l’esplosione quel particolare dispositivo che neutralizza i radiocomandi: “se anche i militari italiani lo avessero impiegato, nulla avrebbe potuto contro un sistema telecomandato via filo”. In ogni caso, “chiunque abbia assemblato le parti della carica cava – conclude Termentini – è una persona che deve avere alta professionalità nel settore specifico e altrettanta ottima manualità. Roba da esperti”.

I tre mortiNicola Ciardelli, effettivo al 185/o Reggimento Artiglieria Paracadutista di Livorno, e nato a Pisa, dove risiedeva con la famiglia, è una delle tre vittime italiane dell’attentato contro una pattuglia di militari italiani a Nassiriya, avvenuto alle 8,50 (ora locale) di giovedì 27 aprile. Lascia la moglie Giovanna e un bambino di pochi mesi. I genitori abitano ad Avellino. Il capitano Nicola Ciardelli è stato promosso al grado di maggiore in data 26 aprile 2006. “Si tratta di un doveroso riconoscimento – sottolineano allo Stato maggiore dell’Esercito – espresso sulla base della normativa vigente che mira a tutelare ed onorare il sacrificio del personale delle Forze armate deceduto nell’adempimento del dovere”.

Gli altri caduti sono il maresciallo Capo dei Carabinieri Franco Lattanzio, effettivo al Comando Provinciale Carabinieri di Chieti e il maresciallo Capo dei Carabinieri Carlo De Trizio, effettivo al Comando Provinciale di Roma – Nucleo Radiomobile. Ucciso anche un graduato della polizia militare rumena che viaggiava sul veicolo colpito dall’esplosione. Ferito grave un altro carabiniere italiano, Enrico Frassinito, 41 anni, in forza a Verona.

Le salme dei tre militari italiani uccisi in Iraq dovrebbero rientrare in Italia, a Roma, nel pomeriggio di sabato prossimo. Lo ha detto il capo di Stato maggiore della Difesa, l’ammiraglio Giampaolo Di Paola. I funerali si terranno la mattina di martedì 2 maggio a Roma, probabilmente nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, in piazza della Repubblica. Per Ciardelli, funerali anche a Pisa.

La ricostruzione dei fattiA poche ore dall’attentato le autorità militare italiane hanno fornito una prima ricostruzione dei fatti. «Alle 8:50 ora locale (le 6.50 ora italiana), lungo una strada a sud ovest dell’abitato di An Nasiriyah, una pattuglia del contingente italiano composta da quattro veicoli protetti del Reggimento carabinieri della Msu (‘Multinational Specialized Unit’) con a bordo un ufficiale dell’Esercito, 15 militari dell’Arma dei carabinieri ed un graduato della polizia militare rumena venivano coinvolti nell’esplosione di un ordigno posto al centro della carreggiata” riporta una nota del Stato Maggiore della Difesa. Il convoglio – spiega lo stesso comunicato – si stava recando al Pjoc (‘Provincial Joint Operation Centre’, la sala operativa integrata delle Forze di sicurezza della Provincia) dove i militari coinvolti nell’attacco avrebbero dovuto prestare servizio per le consuete attività di coordinamento con le forze di sicurezza locali nel controllo del territorio. La Procura di Roma ha intanto avviato un’inchiesta per ‘strage con finalità di terrorismo’». Il dolore della ToscanaL’Arcivescovo di Pisa e presidente della Conferenza episcopale toscana, mons. Alessandro Plotti, assieme alla comunità ecclesiale pisana si è unito «al dolore della città per la barbara uccisione di un così serio e onesto cittadino». «Sono particolarmente vicino alla moglie, alla mamma, al piccolo Niccolò con la preghiera e la condivisione più sincera», ha dichiarato l’Arcivescovo, che ha aggiunto: «E’ inutile sprecare parole, sempre inadeguate di fronte a tragedie come questa, per esecrare e condannare ogni forma di violenza e di odio. Serve solo ritrovare forza e determinazione per diffondere sempre più un clima di distensione, di tolleranza, di perdono e di fraternità».

Un minuto di raccoglimento silenzioso per i tre militari italiani e il graduato rumeno morti stamani a Nassirya ha aperto la seduta del consiglio regionale toscano. «L’assemblea – ha detto il presidente dell’assemblea Riccardo Nencini – porta la sua solidarietà alle famiglie delle vittime. E’ una tragedia – ha aggiunto – che segue quella del novembre 2003 dove morirono 12 carabinieri, 5 soldati e 2 civili italiani».

“Ho appreso con grande sgomento la notizia della tragica morte dei tre militari italiani a Nassiriya. In questo momento voglio innanzitutto esprimere il profondo dolore mio e dell’intera giunta regionale e la commossa e solidale partecipazione al lutto gravissimo dei familiari”. Questi i sentimenti di cordoglio espressi nei confronti delle vittime del gravissimo attentato in Iraq contro il convoglio militare italiano dal presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, che si trovava a Bruxelles per l’assemblea plenaria del Comitato delle Regioni. Un pensiero particolare il presidente Martini ha rivolto ai familiari del capitano Nicola Ciardelli, una delle tre vittime, originario di Avellino ma residente a Pisa, in servizio al 185° Reggimento artiglieria paracadutista di Livorno.

Il Comune di Pisa, dove era nato e viveva il capitano Nicola Ciardelli ha proclamato per venerdì 28 aprile una giornata di lutto cittadino. E’ stato anche convocato un consiglio comunale straordinario con all’ordine del giorno “il grave attentato di Nassiriya, la condanna del terrorismo, il dolore della città per le vittime e la solidarietà ai familiari”.

Appresa la notizia del gravissimo attentato di Nassiriya, il sindaco di Livorno Alessandro Cosimi ha inviato un telegramma di cordoglio al Brigadiere Generale Antonio Satta, Comandante Generale della Folgore. “Ho appreso con profondo dolore – scrive Cosimi – la notizia della morte del Capitano dell’Esercito Nicola Ciardelli, in servizio al 185/mo reggimento di Livorno. Desidero innanzitutto esprimerLe, in questo momento di lutto la solidarietà umana mia personale e dell’Amministrazione comunale, per questo nuovo efferato atto terroristico”. “Le chiedo – aggiunge il sindaco – di estendere questi miei sentimenti di partecipazione e cordoglio anche ai familiari di Nicola, ed in modo particolare alla moglie ed ai genitori”.

Una possibile rivendicazione su internetL’intelligence italiana ha individuato su Internet una rivendicazione dell’attentato di Nassiriya fatta dalle ‘Brigate Imam Hussein’. La rivendicazione è stata rintracciata su un sito islamista ritenuto riconducibile al terrorista giordano Abu Musab al Zarqawi. Lo stesso gruppo sarebbe composto da baathisti, che potrebbero essere seguaci deL leader di al Qaida in Iraq. L’autenticità del documento è al vaglio degli esperti. Emmanuel III Delly: «Ci dispiace, gli italiani sono i più buoni» “Gli italiani sono i più buoni, sono soldati che lavorano. Sono qui per proteggerci. Noi preghiamo che il Signore ci dia la pace e la tranquillità”. Con queste parole Sua Beatitudine Emmanuel III Delly, patriarca di Babilonia dei Caldei, commenta da Baghdad l’attentato contro i militari italiani. “Sono rattristato – ha detto il Patriarca – per tutto quello che accade a tutte le persone che sono venute qui per proteggerci. Ammazzano quelli ma ammazzano anche gli iracheni. Non si fa più differenza tra italiano, iracheno, inglese. Ieri (mercoledì 26 aprile, ndr) per esempio sono stati ammazzati 14 iracheni. Pregate anche voi e fate pregare per chiedere al Signore che questa torturata terra possa di nuovo vivere in sicurezza e in pace”. Il Patriarca parla di una situazione difficilissima per tutta la popolazione irachena. “A chi fare appello? – dice – Noi facciamo sempre appelli. Ma chi ci ascolta? nessuno ci ascolta. Tutti gli iracheni sono contro questi attentati. Accadono ogni giorno. Ne esplodono decine e decine ogni giorno e ogni giorno si contano centinaia di morti. Sono iracheni e non iracheni. E muoiono non soltanto i soldati ma anche i civili e con i civili i bambini, le donne. Una vettura minata ammazza tutti quelli che stanno attorno. Non fa distinzione tra cristiani e non cristiani, tra soldati e civili. Questi sono i nostri sentimenti. A noi ci dispiace per quello che è accaduto agli italiani e speriamo che non accada più. Ripeto, gli italiani sono gente buona”. Il dolore della Chiesa italiana“La Chiesa italiana partecipa al dolore delle famiglie dei tre militari italiani e del militare rumeno rimasti uccisi nel brutale attentato terroristico di questa mattina a Nassiriya in Iraq”. È quanto scrive in una nota, diffusa nel pomeriggio del 27 aprile, la presidenza della Conferenza Episcopale Italiana: “La loro tragica morte – continua la nota – nel contesto della missione a cui l’Italia partecipa in Iraq per garantire un futuro di libertà e di sicurezza a quel martoriato paese, sollecita tutti ad un rinnovato e più deciso impegno per debellare la piaga del terrorismo che semina in modo insensato distruzione e morte. In questo delicato momento la comunità ecclesiale esprime vicinanza e solidarietà ai militari e ai civili del nostro Paese impegnati in iniziative di pace e innalza una fervida preghiera perché il Signore accolga nella vita eterna quanti hanno sacrificato la loro esistenza, consoli coloro che oggi piangono la perdita delle persone care, illumini i governanti nell’individuare e perseguire le strade più efficaci per un futuro di concordia e di giustizia”. La schedaIl capitano dell’Esercito Nicola Ciardelli era partito per Nassiriya il 27 febbraio scorso. Era nato a Pisa l’11 settembre 1972. Aveva frequentato il 173/mo corso dell’Accademia di Modena (1991) e il 131/mo corso di stato maggiore classificandosi a quest’ultimo 14/mo su 145 ufficiali frequentatori, ed era laureato in Scienze Strategiche. Ciardelli – secondo quanto si apprende dall’Esercito – era sposato con Giovanna Netta e padre di un bambino, Nicolò, nato lo scorso mese di febbraio. Militare esperto, in quindici anni aveva partecipato a molte missioni: nel 1999 in Bosnia, nel 2002 in Kosovo, nel 2003 in Afghanistan ed in Iraq nel 2004 e nel 2006. Nel corso della carriera Ciardelli aveva frequentato i corsi di paracadutismo, di pattugliatore scelto, di acquisitore di obiettivi, di sci, di alpinismo e di istruttore ranger. Nell’ambito dell’operazione Antica Babilonia il capitano Ciardelli stava svolgendo l’incarico di ufficiale di collegamento presso il Pjoc (Provincial Joint Operation Center). L’ultimo reparto del capitano Ciardelli era il 185/mo reggimento acquisizioni obiettivi, con sede in Livorno. Il 185/mo è un reparto d’elite dell’Esercito. Personale dell’Esercito Italiano – psicologi e un cappellano – sono ad Avellino per dare assistenza ai familiari del capitano.

Aveva imparato l’arabo per essere di maggiore aiuto quando era in missione: Carlo de Trizio era un ragazzo taciturno, tranquillo, e aveva scelto di far parte dell’Arma per passione. Aveva già partecipato ad altre missioni all’estero e ad aprile – a quanto si è appreso – era partito per andare in Iraq. Aveva salutato Gianni, il fratello più grande, sposato, titolare a Bisceglie di un’azienda di assistenza di depuratore delle acque, la mamma, casalinga, e il padre Nicola, che è direttore dell’ ufficio postale di Corato, dopo essere stato, fino ad un anno fa, dirigente dell’ufficio postale di Bisceglie. Due figli maschi, quindi, molto legati tra loro.

Il maresciallo capo dei carabinieri Franco Lattanzio aveva 38 anni ed era nato a Pacentro, un paesino di quasi 1.300 abitanti in provincia dell’Aquila. Lo si è appreso a Chieti dove si aggiunge che da otto anni Lattanzio era però in servizio al Nucleo operativo del reparto operativo del Comando provinciale di Chieti dei Carabinieri. Celibe e senza genitori, il carabiniere lascia un fratello e una sorella residenti al paesino natale e un’altra sorella emigrata in Australia.

Il carabiniere ferito è il maresciallo Enrico Frassinito, 41 anni. Nato nel Padovano ma residente a Sommacampagna (Verona), il militare era partito da Verona per l’Iraq circa un mese fa. Figlio dell’ex comandante della stazione carabinieri di Verona, Frassanito è un profondo conoscitore del mondo arabo, la cui lingua parla regolarmente, per aver frequentato alcuni corsi di specializzazione, è stato nella squadra antidroga dell’Arma a Roma e a Verona è il responsabile dell’aliquota notifiche.

Il militare rumeno morto insieme ai tre italiani è il caporale Hancu Bogdan, 28 anni. Bogdan faceva parte della Polizia militare rumena formata da 100 uomini e ospitata a Camp Mittica.

BENEDETTO XVI: «GRANDE DOLORE» PER L’ATTENTATO DI NASSIRIYA

MONS. COLETTI: «NON CADANO NEL NULLA QUESTI SACRIFICI PER LA PACE»

MADRE CIARDELLI, SPERO SUA MORTE SIA SERVITA

MONS. BAGNASCO (ORDINARIO MILITARE): «SACRIFICIO MILITARI, CONTRIBUTO PER UN MONDO DI PACE»

PER CAPITANO CIARDELLI FUNERALI ANCHE A PISA