Toscana

Prezzi: Coldiretti Toscana, ecco dove la pagnotta costa di più in regione

Firenze detiene anche il primato della pagnotta più cara: 8 euro al chilo, anche il doppio rispetto ad altre province. E’ questo il prezzo massimo registrato nel mese di settembre. A dirlo è un’analisi di Coldiretti Toscana sulla base dei prezzi dell’Osservatorio del Mise. “Dal grano al pane i prezzi aumentano più di dieci volte a causa dei rincari record di energia, mangimi e fertilizzanti scatenati dalla guerra in Ucraina e delle distorsioni all’interno delle filiere che impoveriscono le tasche dei cittadini e danneggiano gli agricoltori. – spiega il Presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi – Oggi un chilo di grano viene pagato agli agricoltori intorno ai 36 centesimi e serve per produrre un chilo di pane che viene venduto ai consumatori a prezzi  medi variabili che possono oscillare nella nostra regione tra i 2,69 euro di Siena ai 3,7 euro di Firenze. L’incidenza del costo del grano sul prezzo del pane resta dunque marginale, pari a circa il 10% in media. Peraltro i prezzi al consumo non sono mai calati negli ultimi anni nonostante la forte variabilità delle quotazioni internazionali del grano, spesso al di sotto dei costi di produzione”.

Ogni famiglia toscana spende al mese circa 20 euro per portare il pane in tavola per una spesa complessiva di circa 400 milioni all’anno. Firenze si conferma la provincia dove il pane costa di più, prendendo come riferimento il prezzo medio, 3,7 euro al chilo rispetto al mese di luglio seguita da Livorno con 3,5 euro al chilo e Grosseto con 2,99, Lucca con 2,91 euro, Arezzo 2,86 euro, Pistoia 2,74 euro e Siena 2,69 euro. Secondo l’analisi di Coldiretti sulla base dei dati dell’Osservatorio del Mise tra luglio e settembre i prezzi del pane fresco con farina di grano sono aumentati a Grosseto (+6%), Livorno (+6%), Firenze (+5%) e Siena (+0,3%) ma sono calati ad Arezzo (-6%), Pistoia (-3%) e Lucca dove sono rimasti stabili. La rincorsa dei prezzi, almeno così pare, mostra i primi segnali di frenata. Considerazione diversa invece se prendiamo come riferimento il periodo gennaio – settembre con aumenti in tutte le province ed anche in doppia cifra per Firenze (+23%), Grosseto (+17%) e Livorno (+10%).

La colpa di questa turbolenza dei prezzi che impatta sulle tasche dei toscani che spenderanno 650 euro in più per mangiare durante l’arco dell’anno è da attribuire agli effetti della guerra che ha moltiplicato – sottolinea Coldiretti Toscana – manovre speculative e pratiche sleali sui prodotti alimentari, che vanno dai tentativi di ridurre la qualità dei prodotti offerti sugli scaffali alle etichette ingannevoli fino al taglio dei compensi riconosciuti agli agricoltori, aggravando una situazione che vede il nostro Paese dipendente dalle importazioni straniere già per il 64% del grano tenero che serve per pane, biscotti, dolci. “Occorre ridurre la dipendenza dall’estero e lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali – conclude il Presidente di Coldiretti Toscana – Serve inoltre anche investire per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità, contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento di risposta ai cambiamenti climatici”.