Toscana

Primo Maggio, Cerza (Cisl): «È valore unificante della nostra società»

Lavoro, tasse, giovani, coesione sociale. Sono i temi che il Segretario generale della Cisl Toscana, Riccardo Cerza, rilancia alla vigilia del Primo Maggio. Cerza domani parlerà dal palco di Pistoia (piazza Duomo, ore 11) dove alle 9,45 è previsto il ritrovo a Porta Grande, cui seguirà un corteo per le vie cittadine fino a piazza Duomo.

«Celebrando il lavoro – dice Cerza – celebriamo il valore unificante della nostra società, sul quale si fondano il nostro futuro e le nostre speranze. Oggi però il tasso di disoccupazione ha superato il 12% e quello giovanile il 40%: intere generazioni corrono il pericolo di essere emarginate dalla società. I giovani sono la nostra emergenza nazionale».

«Per creare i posti di lavoro le norme, anche quelle giuste, non bastano: bisogna far ripartire lo sviluppo; e un Paese che vuol riprendere la via dello sviluppo, non può tollerare la grande evasione fiscale che c’è in Italia. Le tasse evase sono risorse che mancano al Paese per la crescita, per l’occupazione, per mantenere il nostro stato sociale, per il futuro dei nostri giovani».

«La riduzione delle tasse è la prima grande riforma da fare. Qualcosa è stato fatto con gli 80 euro, ma non basta. Per questa, come per le altre riforme che servono a sbloccare il Paese bisogna che politica e parti sociali recuperino uno spirito di collaborazione. Solo se la politica lavora insieme alle forze sociali ed economiche si ha quella coesione sociale necessaria per portare a compimento le riforme. Coesione sociale non significa consociativismo, significa impegnarsi insieme per il bene comune, aiutarsi l’un l’altro nelle difficoltà, serrare le fila di fronte a un nemico. E questa, che è sempre stata una caratteristica forte dell’Italia, oggi la stiamo perdendo».

«Per questo occorre che chi ha responsabilità di governo, senza ricorrere alla delegittimazione, al populismo e a sterili contrapposizioni ideologiche, sappia ascoltare e confrontarsi con tutte le voci che rappresentano la società e ricercare punti di condivisione, per abbattere le resistenze che hanno sempre frenato il cambiamento, a cominciare dalla grande rendita».

«In questo processo non si può prescindere dal sindacato confederale, unica organizzazione di massa rimasta dopo la fine dei grandi partiti politici, che ha continuato in questi anni di crisi a svolgere il suo lavoro, in silenzio, senza andare nei salotti televisivi ma assicurando la sua presenza in migliaia di posti di lavoro, difendendo con le unghie e i denti i posti di lavoro e le aziende in vertenze difficili».