Toscana
RISCHIO TERREMOTI, TUTTI I COMUNI TOSCANI DIVENTANO SISMICI
Tutti i 287 Comuni della Toscana diventano sismici. E’ la classificazione elaborata sulla base dell’ordinanza emessa dal presidente del Consiglio lo scorso 20 marzo. Nella precedente classificazione, che risale al 1982, erano 182 i Comuni toscani classificati come tali (e tutti in categoria 2, di medio rischio). Adesso il numero di quelli compresi in questa categoria è salito a 186 mentre tutti quelli che fino all’82 non erano classificati come sismici sono stati inseriti in categoria 3: 77 in tutto. Rimangono 24 comuni, classificati in categoria 4 (di nuova introduzione), che individua quei territori dove è data alle Regioni la facoltà di imporre comunque l’obbligo di progettazione antisismica.
Nel 1927, anno a cui risale la prima classificazione sismica della nostra regione, erano poco più di 70 i comuni considerati a rischio: c’era la Lunigiana e la Garfagnana, il Mugello, l’Alta Val Tiberina e l’Amiata colpite da terremoti tra il 1919 ed il 1920. Tra il 1935 e il 1937 erano diventati poco più di quaranta: fu infatti declassata la Val Tiberina e tre comuni vicini a Massa. Fino al 1962 non ci sono state modifiche: in quell’anno furono tolti dall’elenco gli unici due comuni del pistoiese considerati sismici, ma ne subentrarono altrettanti e due furono riclassificati. Solo nel 1982, due anni dopo il terremoto in Irpinia, le norme comunque cambiarono: lo Stato decise infatto di classificare i comuni in via preventiva, riconoscendone la loro storia sismica. In precedenza la classificazione avveniva invece solo dopo che si era verificato un terremoto, in funzione dei provvedimenti amministrativi e finanziari necessari per la ricostruzione.
Le nuova normativa tecnica e la nuova mappa del rischio sismico in Italia sono state introdotte da un’ordinanza del Presidente del Consiglio dello scorso 20 marzo (sulla base del lavoro effettuato dal Dipartimento della Protezione Civile). La precedente classificazione era vecchia di oltre 20 anni, risaliva al 1982, e di fatto la nuova si è resa necessaria dopo il terremoto che lo scorso ottobre ha colpito il Molise ed in seguito al ripetersi di eventi calamitosi in anni recenti anche in zone non classificate come sismiche.
In base alla nuova mappa sismica il territorio nazionale viene suddiviso in quattro zone (1=sismicità alta; 2=media; 3=bassa; 4=facoltà per le regioni di imporre la progettazione antisismica). Le regioni potranno riclassificare i Comuni e decidere se applicare o meno le norme di progettazione nelle zone 4, quelle a minor rischio. In base alla nuova mappatura i Comuni italiani in zona 1 sono passati da 368 a 716. Entro un anno si provvederà ad un aggiornamento della nuova riclassificazione. L’applicazione della nuova normativa scatterà tra 18 mesi (ovvero dal 19 settembre 2004): sono esclusi dall’ordinanza le ricostruzioni in atto (che riguardano però solo Umbria e Marche), i lavori in corso, le opere appaltate e i progetti approvati al 20 marzo 2003. Inoltre entro 6 mesi la Protezione Civile e le Regioni dovranno individuare categorie di edifici ‘sensibili’ (i criteri vanno ancora definiti), elaborare un piano per le verifiche e fornire indicazioni ai proprietari per l’effettuazione delle verifiche stesse. Le indagini dovranno essere completate entro 5 anni. Il Dipartimento della Protezione Civile prevede anche la realizzazione di corsi di formazione e seminari di informazione prima dell’entrata in vigore della normativa tecnica.