Toscana

Regione: il 13 luglio vertice Pd-Giunta anche su possibile rimpasto

Soprattutto al centro dell’agenda verrà posta la questione del rimpasto di Giunta. È quel che apprende la «Dire» da fonti del gruppo del Pd in Regione Toscana. La questione, ormai, è stata sdoganata da una settimana sia dal capogruppo dei dem, Leonardo Marras, che a «titolo personale» dal presidente dell’assemblea toscana, Eugenio Giani. Nel mirino sono finiti, almeno nei rumors, soprattutto tre assessorati: al Diritto alla Salute, all’Agricoltura e all’Ambiente. Tuttavia, il problema è più generalizzato e ha a che fare coi rapporti di forza fra il Partito democratico e l’azione di governo della Giunta. La scorsa settimana proprio Marras ha parlato della fine di un rapporto «negoziale» con Rossi, aggiungendo l’invito a governare «davvero insieme».

Cambiare rotta, tuttavia, è tutt’altro che scontato. Sostituire qualche assessore lo è ancora di meno. «Non è facile – ammette il consigliere regionale del Pd Nicola Ciolini -. Il punto, però, è che così non si può andare avanti, un segnale di cambiamento in qualche modo va dato». La forza contrattuale, a dire il vero, sembra al momento sbilanciata molto a favore del presidente della Regione, Enrico Rossi, al quale viene riconosciuto di aver messo in campo una gestione spiccatamente «verticistica» della Giunta, attraverso anche il ruolo dei direttori generali. È il caso soprattutto di Monica Calamai, che guida la direzione «Diritti di cittadinanza e coesione sociale». La sensazione fra i dem è che l’assessore al Diritto alla Salute, Stefania Saccardi, sia stata un po’ «commissariata».

Il tema viene posto in termini schietti da Ciolini, che è anche componente della commissione Sanità del Consiglio regionale: «Il problema non è Saccardi, anzi, ma Rossi la sta mettendo sempre in difficoltà, la scavalca in continuazione e ha dato tanto potere a Calamai».

Esiste, inoltre, agli occhi del Pd in maniera sempre più pressante una questione legata alla ripartizione dei posti in Giunta, soprattutto da quando Rossi è fuoriuscito dal Pd. I dem pur contando 23 consiglieri regionali non esprimono di fatto né la presidenza, né la vicepresidenza visto che Monica Barni è una scelta di fiducia del governatore. Il punto d’approdo del dibattito interno al gruppo consiliare del Partito democratico è che con Rossi serve un aggiornamento del patto stipulato nel 2015. Ed è qui che emerge secondo gli stessi consiglieri la fonte di maggiore debolezza nell’interlocuzione con Rossi: dopo l’esito catastrofico delle Politiche del 4 marzo, i dem anche in Toscana si sono affidati a una reggenza. Un organismo che è stato a sua volta travolto dall’esito delle amministrative del 24 giugno. Un segnale di svolta, in tal senso, potrebbe arrivare il 14 luglio, quando l’assemblea regionale deciderà il da farsi per arrivare presto a scegliere con un congresso il nuovo leader toscano dei democratici.