Toscana

RuralAcademy per riconnettere le persone alla terra

Quando andiamo al supermercato i prodotti sugli scaffali ci sembrano tutti uguali. O quasi. Quante volte ci soffermiamo a leggere l’origine, la provenienza della frutta, degli ortaggi, del vino o dell’olio? Una volta tutte queste cose facevano parte dell’esperienza di vita comune. Adesso, purtroppo, non più.

E allora c’è bisogno di qualcuno che si faccia carico di «riconnettere la terra con le persone». Sono parole di Pietro Isolan, perito agrario ma anche contadino, scrittore, educatore e videomaker. Ma soprattutto fondatore e guida rurale di RuralAcademy. Di cosa si tratta? Di un progetto che vuole aiutare a collegare le persone alle aziende agricole. La sede è a Loppiano ed è inserita all’interno dell’esperienza dell’Economia di comunione, nata in seno al Movimento dei Focolari fondato da Chiara Lubich.

Alla base di tutto c’è la promozione di esperienze di agricoltura ecologica attraverso il turismo sostenibile, le scuole, le famiglie. «L’intuizione – spiega Isolan – è stata quella di portare le persone a fare esperienze ed attività reali in natura e a contatto con gli agricoltori grazie alla creazione di una rete di fattorie ecologiche, per turismo, educazione o formazione, contribuendo così a creare quella catena consapevole tra consumatore e produttore, ma soprattutto tra essere umano e natura».

E chi meglio degli stessi agricoltori ecologici – i primi ad avere le conoscenze pratiche e teoriche sugli ecosistemi agricoli e selvaggi – può farsi promotore di questa azione? «Il problema è che spesso l’agricoltore – continua Isolan – non sempre ha tempo e risorse per gestire in modo costante gruppi di persone e una relazione stabile ed efficiente con una rete di altri agricoltori. Per questo abbiamo creato un team di persone con capacità pratiche, competenze tecniche e specialità professionali che crea un ponte, comunicando ed entrando in empatia con i visitatori, per portarli a vivere esperienze  di agricoltura ecologica». Sono 8 le aziende che hanno un accordo con la Rural Academy: 5 nel Valdarno superiore, 2 a Firenze, 1 a Pontassieve.

«Il lavoro dei campi come potare con le proprie mani una vite – sottolinea Isolan -, fare un orto, condividere il momento della raccolta permette di entrare in contatto diretto con il mestiere che per eccellenza ci nutre e permette la vita». Non solo. Il vantaggio per le aziende è quello di farsi conoscere, di vendere i prodotti della terra. E la RuralAcademy lascia alle aziende il 10% sul fatturato delle visite.

L’esperienza più bella ed emozionante? Quando «si portano i ragazzi delle scuole a far conoscere il mestiere del contadino». «Dopo i primi 15 minuti di diffidenza per lo sporco e la polvere – spiega Isolan – si passa ad una naturale ammirazione. I ragazzi sono spugne. Anche quelli che hanno più difficoltà a stare dietro ad un banco, ad organizzarsi nello studio, mostrano delle capacità davvero innate messi di fronte all’emozione che possono darci la terra e i suoi prodotti. Perché in fondo sono conoscenze che tutti abbiamo dentro di noi».

L’esperienza con le famiglie, con i turisti non finisce in genere con la visita di un giorno. Inizia un percorso dove le persone rimangono in contatto con l’azienda, con la Rural Academy e con il gruppo che ha fatto la visita. Si crea una comunità. Dove c’è anche chi si fa il proprio orto e chiede consigli.

Ma l’impegno del team della RuralAcademy non si ferma qui. C’è anche il versante no profit con l’associazione Veraterra che si propone di promuove buoni modelli di agricoltura ecologica in tutto il mondo. Il prossimo progetto? «E’ una piccola piantina che crescendo – conclude Pietro Isolan -. Stiamo realizzando un progetto in Costa d’Avorio che vuole portare nelle scuole primarie l’agricoltura ecologica come materia di studio».