Toscana

SOMALIA, MOGADISCIO: REGGE LA TREGUA, ALMENO 50 CADAVERI RECUPERATI DALLE STRADE

Sono almeno 50 i cadaveri recuperati oggi lungo alcune strade della zona nord di Mogadiscio. La MISNA lo ha appreso da fonti locali, le quali hanno precisato che in base all’accordo raggiunto ieri tra gli anziani del potente clan Hawiye e i vertici dell’esercito etiope, la giornata di oggi è stata dedicata a “ripulire le strade”, da armi, ordigni ma ,soprattutto, dai cadaveri. La commissione congiunta di otto membri, quattro Hawiye e quattro etiopi, incaricata di monitorare il cessate il fuoco si è recata stamani nella zona intorno allo Stadio di Mogadiscio, dove nei giorni scorsi si sono verificati i combattimenti più intensi, per raccogliere e seppellire i morti. Insieme ai membri della commissione si sono mossi per le strade del quartiere di Towfiq anche alcuni giornalisti e un camion della Mezzaluna Rossa su cui sono stati caricati i resti delle vittime, prevalentemente civili, tra cui anche alcune donne e bambini.

Secondo le testimonianze di alcuni giornalisti presenti alle operazioni di raccolta, alcuni corpi erano irriconoscibili. “La situazione è calma anche se ieri sera tardi alcuni spari sono nuovamente tornati a risuonare. Colpi sporadici erano udibili anche durante la notte. Stamattina comunque sono state finalmente riaperte alcune strade della zona nord della città, che erano state chiuse da giovedì, da quando cioè erano iniziati i combattimenti” dice Ali Mohalim Mohamed, vicedirettore dell’ospedale Medina, uno dei principali della città. La calma che regna in città ha permesso anche ad alcune organizzazioni non governative locali, come la ‘Ddg’, di consegnare aiuti alla popolazione civile e ad alcune strutture sanitarie. “Abbiamo ricevuto alcuni materassi e del cibo. Quelli della Ddg erano rimasti colpiti nei giorni scorsi dal vedere i feriti sistemati per terra nei corridoi o nelle tende che abbiamo allestito nel cortile dell’ospedale” aggiunge la fonte della MISNA.

Intanto, secondo informazioni ottenute da fonti affidabili, anche i vertici dell’ala più radicale delle deposte Corti Islamiche che nei mesi scorsi erano rientrati a Mogadiscio, avrebbero approfittato delle ultime ore di calma per lasciare la città. Secondo fonti della MISNA, gli esponenti delle Corti si troverebbero ora a Dhasa Amarer, capoluogo del Galgadud, regione centro-settentrionale della Somalia. Gli ultimi combattimenti di Mogadiscio, unanimemente considerati i più violenti degli ultimi 15 anni, hanno causato la morte di “centinaia” di persone e il ferimento di oltre mille. “Solo nel mese di marzo i tre principali ospedali di Mogadiscio hanno ospedalizzato più di 1000 feriti di guerra” ha detto alla MISNA una fonte del Comitato internazionale della Croce Rossa. Circa 100.000, invece, i civili fuggiti dalla città da febbraio, da quando cioè Mogadiscio ha iniziato a essere teatro di uno stillicidio quotidiano fatto di attacchi, attentati, lanci di colpi di mortaio, esecuzioni mirate e combattimenti intensi.

Misna