Toscana

SRI LANKA, MISSIONARIO GESUITA UCCISO NEL NORD, MENTRE PROSEGUONO GLI SCONTRI

Restano ancora da chiarire le circostanze in cui ieri ha trovato la morte padre Nicholas Pillai Packiyaranjith, il missionario gesuita ucciso nel nord dello Sri Lanka, mentre attraversava una zona sotto il controllo dei ribelli delle Tigri per la Liberazione della Patria Tamil Eelam (Ltte). Secondo alcune fonti locali, infatti, il missionario potrebbero essere stato ucciso dai proiettili sparati contro il veicolo su cui si trovava dalle unità speciali dell’esercito dello Sri Lanka (Dpu), impegnate nella zona per contrastare i ribelli. “Da quello che ci risulta padre Packiyaranjith è morto per l’esplosione di una bomba piazzata sul ciglio della strada, anche se le foto del veicolo mostrano numerosi fori di proiettile sulla carrozzeria del furgoncino” dice alla MISNA una fonte del Jrs contattata in Sri Lanka. Padre Nicholas Pillai Packiyaranjith era il coordinatore delle attività del Jesuit refugees service (Jrs, l’organizzazione umanitaria internazionale dei gesuiti) nella diocesi di Mannar, capoluogo dell’omonima provincia settentrionale cingalese. Secondo la ricostruzione fornita da fonti del Jrs a Colombo, padre Packiyaranjith era entrato nella zona sotto controllo del Ltte per raggiungere la località di Vidaththaltheevu dove avrebbe dovuto consegnare cibo e beni di prima necessità ai bambini del locale orfanotrofio e verificare le condizioni degli sfollati presenti nella zona a causa dei recenti scontri. Sul furgoncino si trovava anche l’assistente del missionario, un laico di nome Christopher Jujin, il quale avrebbe riportato ferite e si troverebbe al momento in cura presso l’ospedale di Ki’linochchi.

Il missionario gesuita [ solo dell’ultima vittima di una lunga serie, provocata dai combattimenti sempre più tesi tra l’esercito regolare e le milizie delle Tigri per la Liberazione della Patria Tamil Eelam (Ltte), nelle regioni settentrionali dell’isola, dove altri due civili sono rimasti uccisi e oltre 30 feriti nel distretto di Jaffna. Secondo le prime ricostruzioni, una bomba è esplosa questa mattina nei pressi del mercato di Valikaamam, investendo la gente che vi si era recata per fare spese. Intanto da Colombo, l’esercito ha annunciato di aver ucciso 17 ‘tigri’ in scontri avvenuti ieri nel nord dell’isola. “I soldati hanno sparato, uccidendoli, su quattro uomini che avevano cercato di infiltrarsi nelle nostre linee difensive nei pressi di Jaffna” ha riferito un portavoce militare, confermando la morte e il ferimento di due soldati. E’ difficile ricostruire con esattezza il numero delle vittime degli scontri tra truppe regolari e miliziani, che combattono per un territorio autonomo della minoranza Tamil nel nord e nell’est dell’ex-Ceylon, poiché secondo gli analisti locali entrambe le parti tendono ad esagerare le perdite nemiche e diminuire le proprie. La guerra civile cingalese, iniziata nel 1983, ha provocato, secondo stime correnti, oltre 68.000 vittime di cui 5000 dalla ripresa degli scontri nel 2006, dopo quattro anni di tregua.

Misna