Toscana

Scomparsa di Guerrina Piscaglia, arrestato padre Gratien. Nota della Curia di Arezzo

Padre Gratien Alabi è accusato di omicidio ed occultamento di cadavere: sono le motivazioni con le quali i carabinieri ne hanno eseguito ieri l’arresto a Roma, nell’ambito delle indagini per la scomparsa di Guerrina Piscaglia. Gratien, che si trovava in un monastero, mentre su di lui pendeva il divieto di espatrio fino al 25 aprile, è stato portato ad Arezzo. Per il religioso, in attesa dell’interrogatorio di garanzia, è stato disposto il trasferimento in carcere ad Arezzo.

Sulla vicenda ieri sera la Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro ha diffuso questa nota che pubblichiamo integralmente:

«L’arcivescovo Riccardo Fontana ha appreso dalla stampa e dalle Autorità dell’Arma dei Carabinieri la notizia dell’arresto, a Roma, del religioso premonstratense p. Gratien Alabi, nell’ambito delle indagini sulla scomparsa della signora Guerrina Piscaglia.

Monsignor Fontana intende innanzitutto, ancora una volta, esprimere anche pubblicamente la sua personale vicinanza umana e sacerdotale alla famiglia della signora Piscaglia e, in particolare, al figlio Lorenzo e al marito Mirco, nonché alle comunità cristiane del territorio messe a dura prova soprattutto in Cà Raffaello, Badia Tedalda e Sestino, assicurando loro l’affetto e la preghiera sua e dell’intera Chiesa diocesana, come in tutti questi lunghi mesi.

L’Arcivescovo – che in più occasioni, anche di recente, è stato interpellato dalla stampa in merito a questa triste e dolorosa vicenda – ha il dovere di ribadire che p. Gratien Alabi, rispetto al quale la Magistratura ipotizza responsabilità di gravissimi reati, dal 13 luglio 2014 non è più incaricato di alcun servizio pastorale nella Diocesi di Arezzo, in quanto trasferito in Francia dai suoi Superiori dell’Ordine dei Canonici Premonstratensi e che, essendo un religioso, non dipende e non dipese mai dalla Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, se non per il servizio liturgico e pastorale nei pochi mesi in cui fu viceparroco.

Infine, l’Arcivescovo, nel ricordare come la Diocesi abbia sempre offerto la propria completa collaborazione alle Autorità inquirenti, conferma la propria piena fiducia nella Magistratura, confidando che la verità possa essere presto accertata».