Toscana

Statuto regionale, primo sì del Consiglio

DI CLAUDIO TURRINIIl consiglio regionale toscano ha approvato, in prima lettura, il nuovo Statuto regionale. La votazione si è chiusa nella serata di giovedì 6 maggio, dopo una discussione in aula durata due giorni. La nuova Carta della Toscana è stata approvata con 41 sì, 4 no e 2 astenuti (47 i consiglieri presenti). Hanno votato a favore Ds, Margherita, Sdi, Verdi, An, e Fi. Hanno votato no Prc e Pdci. Astenuto il gruppo dell’Udc, sia per le ambiguità di fondo su alcuni principi da tutelare, come la famiglia, sia per la contrarietà all’elezione diretta del presidente della regione. Il provvedimento dovrà tornare in aula per l’approvazione definitiva, come previsto dalla Costituzione (art.123), non prima di due mesi. Tra gli aspetti più qualificanti della nuova Carta, l’elezione diretta del presidente della giunta; l’aumento del numero di consiglieri fino a 65; la promozione, nel rispetto dei principi costituzionali, dell’estensione del diritto di voto agli immigrati.

Ma il punto che sta suscitando maggiori polemiche è l’articolo 4, che prevede, tra l’altro, «la valorizzazione e la tutela della famiglia fondata sul matrimonio» e «il riconoscimento delle altre forme di convivenza». La formulazione, ampiamente discussa in commissione negli ultimi mesi, è frutto di un delicato compromesso tra chi chiedeva l’equiparazione tra famiglia e qualsiasi altra forma di coppia di fatto e chi invece, sulla scorta del dettato costituzionale, chiedeva la tuela e la promozione della famiglia «fondata sul matrimonio» da tenersi distinta e su un piano diverso dalle altre forme di convivenza. Sull’argomento era intervenuta la stessa Conferenza episcopale toscana, chiedendo appunto di mantenere questa distinzione.

In sede di dibattito il testo faticosamente uscito dalla Commissione – “La Regione persegue tra le finalità prioritarie la tutela e la valorizzazione della famiglia fondata sul matrimonio; il riconoscimento delle altre forme di convivenza”. – ha resistito ai tentativi sia dell’Udc di eliminare “il riconoscimento delle altre forme di convivenza” che alla proposta di mediazione avanzata da Forza Italia di sostituire al testo iniziale “il riconoscimento di convivenze stabili tra persone di sesso diverso”. Allo stesso tempo è stato respinto anche un emendamento di Rifondazione comunista e Comunisti italiani, che andava in senso opposto chiedendo di aggiungere al riconoscimento anche “la tutela” delle altre forme di convivenza.

Su questa distinzione tra “tutela” che spetta solo alla “famiglia fondata sul matrimonio” e “riconoscimento”, che invece è esteso a tutte le nuove forme di convivenza, si basa il difficile equilibrio di questo testo. Ma le reazioni scomposte dell’Arcigay, che ha parlato di «giornata storica», di «grande segno di civiltà e di laicità», perché sarebbero state riconosciute «le coppie gay» nello Statuto toscano, dimostra l’ambiguità della formula che lascia di fatto al Consiglio e alla Giunta molta discrezionalità nell’applicazione concreta del principio in leggi e regolamenti.

STATUTO REGIONALE, ESULTANZA DELL’ARCIGAY. CARRARESI (UDC): «INEVITABILe CONSEGUENZa DI UN TESTO AMBIGUO»

L’UDC ANNUNCIA REFERENDUM SU VOTO PREFERENZA

Approvata anche la nuova legge elettorale

Statuto regione Toscana. Il testo approvato (.pdf)

Aumento dei consiglieri regionali. Vai al sondaggio

Abolizione della preferenza. Vai al sondaggio