Toscana

Superiori, si cambia. Iscrizioni nel caos

di Sara D’Oriano

Il 27 marzo (data di chiusura delle iscrizioni alla scuola secondaria superiore) sembra essere quest’anno fin troppo alle porte per le famiglie di quei 30 mila ragazzi che si trovano, a quasi un mese da quella scadenza, a dover decidere del futuro scolastico dei propri figli, oggi in terza media. Perché se sulla carta la nuova riforma Gelmini della scuola superiore sembra essere piuttosto chiara (con tutti i pro e i contro), ben più faticoso è riuscire a tradurla sul piano pratico, dove si scontrano una miriade di fattori diversi. Da un lato la preoccupazione degli insegnanti, che vedono ridursi drasticamente gli orari di insegnamento, producendo un non ancora ben chiaro «adeguamento» delle risorse umane, dall’altro, la selva di sperimentazioni e corsi che negli anni si sono sommati e l’incertezza della loro riorganizzazione. Il tutto unito dalla confusione organizzativa sul chi deve decidere che cosa.

Di certo c’è ben poco. Sembrerebbe che i progetti per il riordinamento dei corsi delle scuole superiori debbano partire dalle scuole stesse sulla base delle cosiddette «confluenze» che il governo ha trasmesso da Roma e sulla base della propria autonomia, ma l’ultima parola spetterebbe alle Regioni e al Governo, che dovrebbero approvare i piani e di conseguenza mettere le scuole in grado (anche economicamente) di applicare la riforma. I tempi di questa manovra non sono ancora ben chiari, anche se dall’Ufficio scolastico assicurano che al momento dell’iscrizione (che parte il 26 febbraio) le scuole saranno informate.

Il risultato è per adesso un (si spera solo apparente) caos informativo e un rimpallo di responsabilità nei ritardi dell’applicazione della riforma tra Ufficio Scolastico e Regione Toscana, che in precedenza aveva chiesto al Ministro Gelmini di rimandare l’attuazione della Riforma, alla luce delle difficoltà di applicazione e adeguamento.

Cesare Angotti, direttore dell’Ufficio scolastico della Toscana, cerca di rassicurare sul fatto che «non ci saranno comunque stravolgimenti generali, le famiglie possono stare tranquille. In realtà, la riforma non stravolge il vecchio impianto degli insegnamenti ma lo riorganizza e lo semplifica, e questo aiuterà gli studenti di terza media a scegliere il proprio percorso. Inutile diffondere il “panico”. Le confluenze a livello regionale, ancora non disponibili, sono in fase di determinazione e a giorni verranno rese note. Ma le famiglie possono già rivolgersi direttamente alle scuole per avere un’idea più precisa delle singole e specifiche trasformazioni che ci saranno e che comunque non intaccheranno la natura delle attuali realtà scolastiche».

Per quanto riguarda poi i posti di lavoro degli insegnanti, Angotti rassicura: «Non abbiamo alla mano i dati per stabilire il numero esatto delle risorse coinvolte nella riforma e non è possibile quindi procedere per stime esatte. Al momento non sono previsti tagli né sul personale docente né sui precari, e nonostante la riduzione d’orario l’autonomia e la flessibilità scolastiche garantiscono un flusso e non un taglio degli insegnanti. In tanti anni di carriera, non ho mai visto tagli drastici di personale scolastico, non vedo perché dovrebbe avvenire adesso».

Di certo c’è che la Regione Toscana ha richiesto l’attivazione di un liceo musicale, che potrebbe nascere all’interno del liceo classico «Dante» di Firenze.Altra cosa certa, l’attesa dei genitori che aspettano di capirci qualcosa di più per poter orientare al meglio le inclinazioni, più o meno chiare, dei figli. E si spera, prima del 27 marzo. Informazioni sul sito del MinisteroCon il 26 febbraio scattano le iscrizioni al primo anno della scuola secondaria di secondo grado. Quest’anno la procedura, abituale nel mese di gennaio, è stata posticipata perché con settembre prossimo entrerà in vigore la riforma della secondaria superiore, decisa «di corsa» solo poche settimane fa. Era necessario posticipare le iscrizioni per poter offrire ai genitori e agli allievi delle future prime il quadro della nuova scuola e tutte le informazioni necessarie per poter operare una scelta importante in modo consapevole. Dunque si parte questa settimana e la scadenza ultima sarà il 26 marzo (va ricordato, tra l’altro, che all’atto dell’iscrizione va operata anche la scelta per avvalersi o meno dell’insegnamento della religione cattolica).

Entro il 25 febbraio il ministero dovrebbe rendere disponibile, sul proprio sito internet (www.pubblica.istruzione.it), una funzione che permetterà la ricerca delle scuole superiori secondo i nuovi ordinamenti.

Un’altra iniziativa è quella di fornire agli studenti e alle famiglie due strumenti utili per cominciare a muoversi nella nuova scuola riformata. Il primo è un fascicolo dettagliato su tutte le novità, mentre il secondo è una brochure più riassuntiva. L’impegno è a distribuire sia il fascicolo che la brochure nelle scuole secondarie di I e II grado e di renderli disponibili e scaricabili dal sito del ministero da giovedì 25 febbraio.

TUTTE LE NOVITA’Con l’anno scolastico 2010/2011, quindi dal primo settembre 2010, entrerà in vigore la riforma che riguarda la scuola secondaria superiore a partire dalle sole prime classi (le altre classi rimarranno invariate, salvo adeguamento dell’orario settimanale). La riforma intende semplificare al massimo la dispersione degli indirizzi di studio attualmente esistenti (396 indirizzi sperimentali e 51 progetti assistiti dal MIUR, nei licei;10 settori e 39 indirizzi, nei tecnici; 5 settori e 27 indirizzi, nei professionali) lasciando ugualmente un margine del 20% di autonomia alle singole scuole. Epilogo dei percorsi di riforma intrapresi dai precedenti ministri dell’Istruzione (Riforma Fioroni e Riforma Moratti) il nuovo sistema si articola nei seguenti punti: Licei. Verranno attivati sei licei.Artistico. Articolato in sei indirizzi anche per accogliere la formazione che in passato veniva data dagli istituti d’arte, che confluiranno nel liceo artistico.Classico. Attualizzato anche con l’insegnamento di una lingua straniera per l’intero quinquennio.Scientifico.  Rivisitato con l’attivazione di un secondo indirizzo in scienze applicate, che consentirà l’approfondimento della conoscenza di concetti, principi e teorie scientifiche e di processi tecnologici, anche attraverso pratiche di laboratorio).Linguistico.  L’insegnamento delle tre lingue straniere verrà attivato dal primo anno. A partire dal terzo, è inoltre previsto l’insegnamento di due materie non linguistiche in lingua straniera.Musicale e coreutico. È la grande novità introdotta dalla riforma. Si articolerà in un indirizzo musicale e in uno dedicato alla danza.Delle scienze umane. Regolamenterà le sperimentazioni in ambito socio-psico pedagogico precedentemente attivate. Prevista al suo interno anche una sezione economico-sociale.

Istituti tecnici. L’istruzione tecnica, approfonditamente rivalutata, verrà a sua volta suddivisa in due settori: Settore economico. Con due indirizzi: «Amministrativo, finanza e marketing» e Turismo; Settore tecnologico. Che prevede l’attivazione di 9 indirizzi.

Istituti professionali. Verrà mantenuto il carattere statale di questi istituti, suddivisi in due macrosettori: Macrosettore dei servizi con 4 indirizzi che vanno dall’agricoltura ai servizi commerciali passando attraverso l’enogastronomia e la ricezione alberghiera; e il Macrosettore industria e artigianato con 2 indirizzi: produzioni artigianali e industriali, manutenzione e assistenza tecnica.

L’orario. I caratteri di novità riguardano anche l’orario, ridotto a 35 ore settimanali negli istituti professionali e a 27 nel liceo classico (le ore saranno però di 60 minuti piuttosto che di 50) e la rimodulazione dei percorsi quinquennali in due bienni e in un quinto anno; saranno potenziate inoltre le materie di carattere scientifico, giuridico e economico e dell’asse scientifico-matematico. È prevista la costituzione di un Comitato Tecnico Scientifico con  personale di riferimento nel mondo del lavoro, perché si verifichi, anche attraverso l’attivazione di collaborazioni e di stage, un maggiore contatto tra scuola e mondo del lavoro.