Toscana

TAIWAN, REAZIONI A ANNUNCIO VESCOVO SU INTENZIONE VATICANO DI RICONOSCERE CINA

Commenti e reazioni sta suscitando la dichiarazione rilasciata ieri dal vescovo di Hong Kong, monsignor Joseph Zen Zi-kiun, il quale ha detto che il Vaticano avrebbe intenzione di rompere le relazioni con Taiwan e avviare trattative per il riconoscimento della Repubblica popolare cinese. Intervistato dalla stampa locale al termine di una messa di requiem in memoria di Giovanni Paolo II, il presule, noto per la tempra battagliera e le passate prese di posizione nei confronti di Pechino, ha detto: “La Santa Sede ha pensato di abbandonare Taiwan; è stato difficile ma ha deciso di fare così”. Ha poi aggiunto: “I vescovi di Taiwan lo comprendono: se il Vaticano non stabilisce relazioni con la Cina, la situazione anormale continuerà” per milioni di cattolici cinesi. Pechino ha rotto nel 1951 le relazioni diplomatiche con la Santa Sede e, da allora, il regime comunista controlla la Chiesa cattolica ufficiale o ‘patriottica’, che è subordinata al governo e non riconosce l’autorità del Papa. Continua invece a essere malvista, e a volte perseguitata, la Chiesa clandestina (o ‘sotterranea’), rimasta fedele a Roma. Il Vaticano resta inoltre uno dei soli 25 Paesi al mondo a riconoscere Taiwan, considerata da Pechino una provincia ribelle.

Le affermazioni di monsignor Zen sono state contestate oggi da un portavoce del ministero degli Esteri taiwanese, Michael Lu, secondo il quale ci sono scarse probabilità che il Vaticano rompa le relazioni con Taipei. “Per quanto ne sappiamo – ha detto – la Cina è un Paese dove manca la libertà religiosa, dove i capi religiosi vengono arrestati e questa è una barriera insormontabile”. Misna