Toscana
TERRA SANTA: VESCOVI EUROPEI E AMERICANI, APPELLO PER IL RITORNO DEI PELLEGRINI
Un forte e pressante invito ai fedeli cattolici a tornare in pellegrinaggio in Terra Santa per visitare i Luoghi di Cristo e incontrare le comunità di questa terra. A tutti viene rivolta l’esortazione evangelica Venite e vedete. E’ quanto contiene il comunicato, diffuso poco fa a Gerusalemme, dei vescovi del Coordinamento delle Conferenze episcopali a sostegno della Chiesa in Terra Santa che oggi chiudono la loro settima visita di solidarietà in Terra Santa. Nel documento i vescovi, provenienti da Canada, Inghilterra e Galles, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Spagna, Svizzera e Stati Uniti d’America, oltre al Consiglio delle conferenze episcopali europee (Ccee) e alla Commissione degli episcopati dell’Unione Europea (Comece), fanno un resoconto della visita iniziata lo scorso 11 gennaio.
Molti di noi hanno visitato Gaza ed incontrato la comunità cristiana locale e i leader palestinesi e musulmani si legge nel messaggio – Siamo stati accolti con calore da persone che sperano in un futuro migliore mentre vivono in povertà. Abbiamo visitato la Galilea, pregato con quelle pietre vive che sono le comunità cristiane e fatto esperienza di dialogo interreligioso. Sulla presenza dei cristiani i vescovi ribadiscono che sono essenziali al raggiungimento della pace. Fanno parte, anche se pochi, del popolo di Israele e dei Territori palestinesi e i loro diritti devono essere garantiti con il riconoscimento di uguaglianza e di sicurezza. Il coordinamento chiede, inoltre, a Israele di rendere possibile la ripresa del negoziato per l’accordo fondamentale con la Santa Sede da cui dipende la vitalità della Chiesa e delle sue istituzioni come scuole, ospedali, case di riposo che offrono importanti servizi a tutta la comunità.
Sul piano politico i presuli ribadiscono, con le parole del Papa al corpo diplomatico dell’8 gennaio scorso, il diritto di Israele a vivere in pace nel suo Stato e quello dei palestinesi ad avere una nazione libera e sovrana. Concetti ribaditi anche al vice premier Shimon Peres al quale è stato chiesto di diminuire il numero dei check point e di versare ai palestinesi i proventi loro dovuti delle tasse.