Toscana

Terra Santa: invocazione per la Pace al convento francescano di Monte alle Croci a Firenze

Si è svolta ieri, presso il giardino del Convento francescano di Monte alle Croci a Fienze,  l’Invocazione della Pace per La Terra Santa che ha visto come protagonisti il Cardinale Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze, il Rabbino Capo Gad Fernando Piperno della Comunità Ebraica di Firenze e l’Imam Izzeddin Elzir della Comunità Islamica di Firenze e un folto numero di partecipanti di etnie e fedi diverse. Present anche l’assessore Alessandro Martini, delegato del Comune alle Confessioni religiose che ha portato il saluto del sindaco Dario Nardella

Un momento di preghiera organizzato dal Commissariato di Terra Santa e dal Centro Missionario francescano della Toscana alla luce delle drammatiche notizie che raccontano episodi di violenza che ancora una volta hanno sconvolto non solo i Luoghi Santi verso i quali molti sentono un legame viscerale, ma anche la vita delle comunità che lì vi abitano. «A fronte di questa drammatica situazione, ha spiegato il Commissario fr. Matteo Brena che ha introdotto il momento di invocazione, come credenti non possiamo rimanere in silenzio e indifferenti, perché in qualche modo quella Terra e quelle Comunità ci appartengono e come francescani, nello spirito del nostro padre San Francesco di Assisi ci siamo in qualche modo fatti promotori di questa iniziativa che vuole essere un momento semplice, di fede e di unità tra ebrei, cristiani e mussulmani nella domanda della pace che si ottiene grazie a uomini laboriosi e instancabili, capaci di prendersi cura dell’umanità, ma anche pace come dono di Dio, del suo intervento che incoraggia e trasforma il cuore di quegli uomini che nella politica, nella società, nella vita dei credenti possono favorire processi di riconciliazione, coesistenza e continuo dialogo». L’evento si è svolto nel frutteto del giardino dei frati francescani che in passato occupava anche lo spazio di Piazzale Michelangelo e che ha una notevole vista sulla città. Gli organizzatori hanno spiegato ai presenti che il frutteto luogo che richiama al lavoro, alla fatica, ma anche ai frutti e risultati, rimanda alla bellezza di qualcosa che cresce, fiorisce e matura come lo è la bellezza della città di Firenze che è frutto di una storia fatta di idee, relazioni, conflitti, epidemie, dialogo, coraggio e operosità.

In questo giardino nel settembre 2006 fu collocata una roccia donata dalla comunità di Taybeh, villaggio palestinese tra Gerusalemme e Ramallah, che secondo alcuni studiosi è l’antica Efraim. benedetta quattordici anni fa e chiamata “altare della pace” dal Cardinale Antonelli, alla presenza dell’allora Sindaco Renzi e del Custode Pierbattista Pizzaballa (oggi Patriarca di Gerusalemme) è per la comunità dei francescani un segno che esplicita il legame tra Firenze e la Terra Santa e invito a non dimenticare di chiedere per quella terra e per le comunità israeliane e palestinesi la capacità desiderare e di coltivare la pace. Dopo le invocazioni e le preghiere dei rappresentanti delle tre religioni, la “Preghiera semplice” della tradizione francescana che definisce ogni uomo “strumento di pace” ha chiuso il momento religioso.

Prima del congedo i tre rappresentanti della comunità hanno piantato insieme un ulivo. Pianta dall’alto valore simbolico, da sempre segno di pace, sarà ricordo dell’importante momento vissuto ma anche segno che la pace ha bisogno di lavoro e di cura perché sia vera e fruttuosa nel tempo.