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IRAQ, RILASCIATE GUARDIE NAZIONALI IRACHENE, UCCISI LEADER RELIGIOSI SUNNITI

Tra rilasci, promesse di liberazioni, uccisioni di leader religiosi e raid aerei si è consumata un’altra giornata di violenze in Iraq. Sono state liberate le 18 guardie nazionali irachene, braccio armato del regime del deposto dittatore Saddam Hussein, sequestrate ieri dal sedicente gruppo delle ‘Brigate di Mohamed Ibn Abdallah’. La notizia del rilascio è stata data dall’emittente del Qatar ‘Al Jazira’, ricordando che i sequestratori avevano minacciato l’uccisione dei 18 se non fosse stato scarcerato Hazem al Araghi, esponente di spicco del movimento del capo sciita ribelle Moqtada al Sadr, arrestato domenica mattina. Crescono le speranze di un rilascio anche per i giornalisti francesi rapiti quasi un mese fa nel Paese mediorientale, Christian Chesnot e Georges Malbrunot. ‘L’esercito islamico in Iraq’ ha ribadito oggi, attraverso un sito web, di aver deciso di liberare i due reporter per rispondere all’appello dei movimenti Hamas, ‘Jihad islamica palestinese’ ed ‘Esercito segreto islamico iracheno’. Lo stesso gruppo, in un comunicato riportato sabato da un altro sito, aveva parlato di liberazione dei giornalisti affermando che avevano deciso di “collaborare”.

Per il rilascio di Simona Pari, Simona Torretta e dei loro due colleghi iracheni dell’organizzazione non governativa ‘Un ponte per…”, rapiti nei giorni scorsi a Baghdad, è stato invece lanciato un appello da movimenti religiosi sciiti e sunniti di Nassiriya, in un comunicato congiunto apparso oggi sul quotidiano iracheno ‘Al Sabah’. Nel testo, a firma dell’ufficio di Al Shahid Al Sader (rappresentante della corrente sciita), del Partito islamico iracheno e del Consiglio locale degli Ulema (entrambe formazioni sunnite) si sostiene che “chi vuole sostenere l’Islam e tutti i musulmani non deve compiere azioni che deturpano la loro figura agli occhi dei popoli di tutto il mondo. L’Islam è la religione della tolleranza, della fratellanza e del perdono e quindi i sequestratori che hanno in mano queste due operatrici umanitarie italiane devono compiere il loro dovere e liberarle immediatamente”.

Proprio due leader religiosi sono rimasti vittime, tra ieri e oggi, della violenza che sta travolgendo Baghdad. Sheikh Hazem Zeidi, componente dell’‘Associazione degli studiosi musulmani’, si trovava ieri notte in macchina con due guardie del corpo dopo aver lasciato la moschea al-Sajjad, a Sadr City, dove aveva recitato le preghiere della sera, quando è stato seguito da un gruppo di uomini armati, che ha aperto il fuoco contro il veicolo. Le guardie del corpo sono state prese temporaneamente in ostaggio durante la sparatoria. Il ruolo di Zeidi era di coordinamento tra i religiosi sunniti e altri movimenti religiosi in Iraq; era inoltre l’imam di una delle dieci moschee sunnite di Sadr City, quartiere dove vivono due milioni di sciiti. Oggi è stato ucciso un altro componente dell’‘Associazione degli studiosi musulmani’, Sheikh Muhammad Jadu La situazione resta molto tesa anche nel resto dell’Iraq: oggi pomeriggio aerei statunitensi hanno lanciato un attacco contro la città ribelle sunnita di Falluja. Secondo un bilancio ancora provvisorio almeno tre persone sono state uccise e diverse altre sono rimaste ferite durante il raid che sarebbe avvenuto in due tempi: un primo missile ha colpito alcune vetture, provocando la morte di una persona e il ferimento di altre cinque, poi un secondo missile è caduto sulla folla radunatasi per vedere l’accaduto, uccidendo altre due persone. A Mossul, a nord di Baghdad, un’autobomba è esplosa nel centro della città causando, secondo fonti ospedaliere locali, almeno tre morti, tra cui forse anche i due attentatori. La polizia ha detto che le vittime potrebbero essere “miliziani della guerriglia che stavano preparando un attacco con un’autobomba”. Misna

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