Vita Chiesa

Abusi: Cei, mons. Lorenzo Ghizzoni presidente del Servizio nazionale per la tutela dei minori

Il Consiglio ha approvato il Regolamento del Servizio, la cui finalità è «l’offerta di un supporto in questo ambito alla Conferenza episcopale italiana, alle Chiese particolari, agli Istituti di vita consacrata e Società di vita apostolica, alle associazioni e alle aggregazioni ecclesiali». Tra i suoi compiti, il consiglio e il supporto alla Cei, ai vescovi e ai superiori maggiori; la promozione e l’accompagnamento delle attività dei Servizi regionali e inter-diocesani; lo studio e la proposta di contenuti informativi e formativi, oltre che di strumenti operativi per consolidare nelle comunità ecclesiali una cultura della tutela dei minori, per rafforzare la sicurezza dei luoghi ecclesiali frequentati dai minori, per formare tutti gli operatori pastorali e prevenire ogni forma di abuso.

La struttura del Servizio prevede: un presidente; un coordinatore; un consiglio di Presidenza; una Consulta nazionale. Opera in collegamento con gli altri Uffici e Servizi della Segreteria Generale e in collaborazione con la Pontificia Commissione per la tutela dei minori. Ai vescovi sono state presentate anche le indicazioni per la costituzione dei Servizi regionali e inter-diocesani.

«Un passo importante»: così mons. Stefano Russo, segretario generale della Cei, ha definito l’approvazione del regolamento del Servizio nazionale per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili nella Chiesa, da parte del Consiglio permanente che si è concluso oggi. In materia di prevenzione e contrasto agli abusi sui minori quello della Chiesa italiana, ha precisato il segretario generale, «è un atteggiamento sinodale: è un percorso certamente lungo, ma fatto con attenzione, perché tale struttura possa essere operativa in modo efficace».

La prossima tappa importante, in occasione dell’Assemblea generale di maggio – ha annunciato Russo -, saranno le Linee-guida, «in fase abbastanza avanzata di realizzazione», che «tengono conto delle buone prassi in atto sul territorio». La strategia scelta dalla Chiesa italiana, infatti, è quella della sinergia, nella lotta agli abusi, su tre livelli: «Nazionale, regionale e diocesano». Prima e dopo l’incontro sugli abusi convocato dal Papa per febbraio con i presidenti delle Conferenze episcopali di tutto il mondo – al quale parteciperà per l’Italia il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei – sono in programma due incontri con alcune vittime: uno più ristretto prima di febbraio, nella prossima riunione del Consiglio di presidenza della Cei, e uno durante il prossimo Consiglio episcopale permanente di primavera.

Interpellato dai giornalisti sull’entità dei numeri dei casi di pedofilia da parte del clero in Italia, Russo ha risposto che non ci sono ancora dati disponibili, perché «le eventuali denunce in sede canonica vengono fatte alla Congregazione per la dottrina della fede». Grazie al nuovo Servizio nazionale, presieduto da mons. Lorenzo Ghizzoni, attuale presidente della Commissione tutela minori della Cei, e composto da un gruppo di esperti competenti nell’ascolto e nell’accompagnamento delle vittime, e in molti casi anche di coloro che si sono resi colpevoli di tali reati – «ora si inizierà un lavoro in rete che ci aiuterà a fare ulteriore chiarezza sul fenomeno», ha detto Russo. «I vescovi sono contenti del lavoro di promozione culturale della Chiesa italiana a favore della tutela dei minori», ha inoltre dichiarato, portato avanti «attraverso azioni che permettano la formazione della comunità cristiana su questo tema, per farsi prossimi alle vittime e alle loro famiglie». Un lavoro, quello del neonato Servizio Cei, che «favorirà anche la prevenzione e la vigilanza sul territorio», ha assicurato il segretario generale: «Speriamo che questa piaga diminuisca», l’auspicio. Oggi pomeriggio si riunisce già la Commissione, per inserire «gli adattamenti proposti dai vescovi» in questo Consiglio episcopale permanente, ha annunciato Russo: «A breve il regolamento del Servizio nazionale verrà reso pubblico».