Vita Chiesa

BENEDETTO XVI IN BRASILE; ALLA FAZENDA DA ESPERANÇA: NON BISOGNA MAI PERDERE LA SPERANZA: DIO CHIEDERA’ CONTO AGLI SPACCIATORI

“La manifestazione di un gesto di affetto del Successore di Pietro alle sorelle di clausura”: così Benedetto XVI ha definito il suo incontro con le suore Clarisse, nella visita alla chiesa della Fazenda da Esperança a Guaratinguetá, avvenuto stamattina (ore 15.50 in Italia), durante la quarta giornata del viaggio apostolico in Brasile. “Dove la società non vede più alcun futuro o speranza – ha detto il Santo Padre – i cristiani sono chiamati ad annunziare la forza della Risurrezione: proprio qui, in questa ‘Fazenda da Esperança’, dove risiedono tante persone, specie giovani, che cercano di superare il problema della droga, dell’alcool e della dipendenza dalle sostanze chimiche, si testimonia il Vangelo di Cristo in mezzo a una società consumistica lontana da Dio”. La Fazenda da Esperança, infatti, è la casa madre delle comunità di recupero per giovani tossicodipendenti e alcolisti, fondate dal frate francescano tedesco Hans Stapel. “In questa ‘Fazenda da Esperança’ – ha aggiunto Benedetto XVI – si uniscono le preci delle Clarisse e il lavoro arduo della medicina e dell’ergoterapia per vincere le prigioni e rompere le catene delle droghe che fanno soffrire i figli amati di Dio”.

“Con la forza della preghiera silenziosa, con i digiuni e le penitenze – ha osservato Benedetto XVI – le figlie di santa Chiara vivono il comandamento dell’amore per Dio e per il prossimo, nel gesto supremo di amare fino all’estremo”. Ciò significa, ha chiarito il Papa, che “non bisogna mai perdere la speranza! Da qui il nome di quest’opera di Fra Hans: ‘Fazenda da Esperança’”. Bisogna, dunque, “edificare, costruire la speranza, tessendo la tela di una società che, nello stendere i fili della vita, perde il vero senso della speranza”. Questa perdita, secondo san Paolo, ha ricordato il Santo Padre, è una maledizione che la persona umana impone a se stessa: ‘persone senza cuore’”. “Siate coloro – ha detto ancora Benedetto XVI alle Clarisse – che proclamano che ‘la speranza non delude’. Il dolore del Crocifisso, che pervase l’anima di Maria ai piedi della Croce, consoli tanti cuori materni e paterni che piangono di dolore per i loro figli ancora tossicodipendenti”. “Annunziate col silenzio oblativo della preghiera, silenzio eloquente che il Padre ascolta; annunziate il messaggio dell’amore che vince il dolore, la droga e la morte. Annunziate Gesù Cristo, essere umano come noi, sofferente come noi, che prese su di sé i nostri peccati per liberarci da essi!”, ha concluso il Papa.

“Pace e bene”: questo l’augurio rivolto oggi da Benedetto XVI, in visita all’opera sociale “Nossa Senhora da Glória”, conosciuta come “Fazenda da Esperança” di Guaratinguetá, a tutti coloro che si trovano “in fase di ricupero”, “che si sono ristabiliti”, “ai volontari, alle famiglie, agli ex-ricoverati e ai benefattori” dei diversi paesi dove la “Fazenda da Esperança” ha sede. Un saluto particolare al fondatore, Fra Hans Stapel. “In un certo momento della vita – ha detto il Papa – Gesù viene e bussa, con tocchi soavi, nel profondo dei cuori ben disposti. Con voi, Egli lo ha fatto attraverso una persona amica o un sacerdote o, chissà, predispose una serie di coincidenze per farvi capire che siete oggetto della predilezione divina”. Mediante la “Fazenda da Esperança”, ha aggiunto, “il Signore vi ha reso possibile questa esperienza di ricupero fisico e spirituale di importanza vitale per voi e per i vostri familiari”. Di qui, “la società si attende che sappiate divulgare questo bene prezioso della salute fra gli amici ed i membri di tutta la comunità. Voi dovete essere gli ambasciatori della speranza!”. Poi uno sguardo alla realtà: “Il Brasile possiede una statistica delle più rilevanti per ciò che riguarda la dipendenza chimica delle droghe e degli stupefacenti. E l’America Latina non resta indietro”.

Forte il monito del Papa: “Dico agli spacciatori che riflettano sul male che stanno facendo a una moltitudine di giovani e di adulti di tutti gli strati sociali: Dio chiederà loro conto di ciò che hanno fatto”. La dignità umana, ha proseguito, “non può essere calpestata in questo modo. Il male provocato riceve la medesima riprovazione che Gesù espresse per coloro che scandalizzavano i ‘più piccoli’, i preferiti di Dio”. Grazie ad “una terapia, che include l’assistenza medica, psicologica e pedagogica, ma anche molta preghiera, lavoro manuale e disciplina, sono già numerose le persone, soprattutto giovani – ha evidenziato Benedetto XVI -, che sono riuscite a liberarsi dalla dipendenza chimica e dall’alcool e a ricuperare il senso della vita”. Manifestando apprezzamento per la Fazenda, che ha come fondamento spirituale il carisma di San Francesco e la spiritualità del Movimento dei Focolari, il Santo Padre ha sottolineato come “il reinserimento nella società costituisca, senza dubbio, una dimostrazione dell’efficacia della vostra iniziativa”. Però, “ciò che più desta l’attenzione, e conferma la validità del lavoro, sono le conversioni, il ritrovamento di Dio e la partecipazione attiva alla vita della Chiesa. Non basta curare il corpo, bisogna ornare l’anima con i più preziosi doni divini acquisiti col Battesimo”.

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