Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, UDIENZA GENERALE: INTRAPRENDERE CON DECISIONE LA VIA DELLA VERITÀ

Il cristiano è colui che con le “due ali della fede e della ragione” intraprende “con decisione la via della Verità”. Lo ha detto il Papa, che nell’udienza generale di oggi – svoltasi in piazza San Pietro alla presenza di circa45mila fedeli, tra i quali oltre 12 mila toscani e i vescovi della nostra regione - si è soffermato sulla figura di Clemente Alessandrino, “uno degli alfieri del dialogo tra fede e ragione nella tradizione cristiana”. I suoi scritti, ha detto Benedetto XVI, costituiscono “una vera trilogia destinata ad accompagnare efficacemente la maturazione del cristiano”. La catechesi clementina, ha spiegato il Santo Padre, “accompagna passo passo il cammino del catecumeno e del battezzato perché, con le due ali della fede e della ragione, essi giungano a un’intima conoscenza della Verità, che è Gesù Cristo, il Verbo di Dio”. “Solo questa conoscenza – ha ammonito Benedetto XVI – è la vera gnosi”. “È l’edificio costruito dalla ragione – ha proseguito -sotto l’impulso di un principio soprannaturale, che è la fede stessa. L’autentica gnosi è uno sviluppo della fede, suscitato da Gesù Cristo”. Per questo, Clemente parla dei cristiani riferendosi a “due gradini”: “i semplici e gli gnostici”.

“Non si tratta di una differenza essenziale”, puntualizza il Papa: “I primi sono i credenti che vivono la fede in modo comune, ma pur sempre aperta agli orizzonti della santità, gli altri quelli che conducono già una vita di perfezione spirituale”. In ogni caso, il cristiano, “partendo dalla base della fede comune, attraverso un cammino di ricerca guidato da Cristo stesso, può e deve giungere alla conoscenza delle verità che formano il contenuto della fede”: in questo modo, il “perfetto cristiano” raggiunge la contemplazione, che è “la forma più alta della conoscenza di Dio”.

Alla “contemplazione di Dio” si arriva “attraverso la pratica della virtù”, e nella fede il “requisito morale” riveste “tanta importanza quanta quella intellettuale”. Lo ha detto il Papa, che nella catechesi di oggi, dedicata alla figura di Clemente Alessandrino, ha affermato che “l’assimilazione a Dio e la contemplazione di Lui non possono essere raggiunte con la sola conoscenza razionale: a questo scopo sono necessarie anche le virtù”. Per questo “le buone opere devono accompagnare la conoscenza intellettuale come l’ombra segue il corpo: mai sono separate da quella e, d’altra parte, la “vera gnosi” non può coesistere con le opere cattive”. Due virtù, per Clemente, costituiscono in particolare l’anima del “vero cristiano”: la “libertà dalle passioni” e l’amore, che “assicura l’intima unione con Dio e la contemplazione”. “L’amore – ha detto il Papa – dona la pace perfetta, e pone il vero gnostico in grado di affrontare i più grandi sacrifici, anche il sacrificio supremo, e lo fa salire di gradino in gradino fino al vertice delle virtù. Così l’ideale etico della filosofia antica, cioè la liberazione dalle passioni, viene da Clemente ridefinito e coniugato con l’amore, nel processo incessante di assimilazione a Dio”.

In questo modo, ha commentato il Papa, l’Alessandrino “costruisce la seconda grande occasione di dialogo tra l’annuncio cristiano e la filosofia greca, dopo il parziale fallimento di Paolo all’Areopago”, di cui si parla negli Atti degli Apostoli. “Per rilanciare il dialogo”, in altre parole, Clemente “nobilita in massimo grado la tradizione filosofica greca”, e come ha scritto Giovanni Paolo II nella “Fides et ratio”arriva a interpretare la filosofia come “un’istruzione propedeutica alla fede cristiana”. Così Clemente, per il Papa, “continua a segnare con decisione il cammino” di chi intende “dare ragione” della propria fede in Gesù Cristo. “Egli può servire d’esempio ai cristiani, ai catechisti e ai teologi del nostro tempo”, ha affermato il Pontefice, ai quali Giovanni Paolo II, nella stessa enciclica, raccomandava di “recuperare ed evidenziare al meglio la dimensione metafisica della verità, per entrare in un dialogo critico ed esigente tanto con il pensiero filosofico contemporaneo quanto con tutta la tradizione filosofica”.

Fonte: Sir