Vita Chiesa

Benedetto XVI, rispristinata maggioranza di due terzi per elezione papa

A ripristinare la norma tradizionale circa la maggioranza richiesta nell’elezione del Sommo Pontefice è stato oggi il Papa, con un “Motu proprio” specifico che abroga quanto stabilito nel paragrafo 75 della “Universi Dominici Gregis” di Giovanni Paolo II, in cui si stabiliva come “valida elezione” del Romano Pontefice – qualora “le votazioni non avranno esito” – quella ottenuta “o con la maggioranza assoluta dei suffragi o con il votare soltanto sui due nomi, i quali nello scrutinio immediatamente precedente hanno ottenuto la maggior parte dei voti, esigendo anche in questa seconda ipotesi la sola maggioranza assoluta”. Col “Motu Proprio” di oggi, Benedetto XVI fa salvo quanto sancito per l’elezione del Papa dal suo predecessore nel paragrafo 62 della “Dominaci Gregis”, in cui in termini generali si richiedevano “per la valida elezione del Romano Pontefice i due terzi dei suffragi, computati sulla totalità degli elettori presenti”.

Dopo la promulgazione della citata costituzione apostolica, il 22 febbraio 1996, fa notare Benedetto XVI nel “Motu Proprio” di oggi, giunsero “non poche richieste, insigni per autorità” a Giovanni Paolo II di ripristinare la norma precedente dei “due terzi”. Di qui la decisione, sancita dal “Motu Proprio” promulgato oggi, di “abrogare le norme prescritte nel paragrafo 75 della Costituzione apostolica ‘Universi Dominici Gregis di Giovanni Paolo, e di sostituirle con le norme che seguono: se gli scrutini di cui al paragrafo 72, 73 e 74 della Costituzione non hanno esito, si indica un giorno di preghiera, riflessione e dialogo”. Negli scrutini seguenti, prosegue il nuovo documento pontificio, i due cardinali che nel precedente scrutinio abbiano ottenuto la maggioranza dei voti devono fare in modo che “non si receda dall’esigere che anche in queste votazioni venga richiesta per una valida elezione la maggioranza qualificata dei suffragi dei cardinali presenti”. D’ora in poi, quindi, perché il Papa possa considerarsi validamente eletto, anziché la metà più uno degli elettori, sarà sempre necessaria “la maggioranza dei due terzi dei cardinali presenti”.

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