Vita Chiesa

Cei: card. Bagnasco, «Ringrazio per confermata fiducia del Papa». Le modifiche allo Statuto

«Mentre ringrazio per la confermata fiducia del Vescovo di Roma, desidero, in questa autorevole sede, rinnovare la mia gratitudine a tutti i Confratelli per l’impegno generoso, responsabile e fraterno, che insieme abbiamo vissuto durante l’Assemblea Generale».  Con queste parole il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ha esordito nella prolusione al Consiglio episcopale permanente che si è aperto questo pomeriggio a Roma (fino al 24 settembre). «Iniziamo il Consiglio Episcopale di settembre – ha esordito il cardinale – avendo nella memoria del cuore l’incontro con il Santo Padre Francesco, che ha aperto l’Assemblea Generale di Maggio, durante la quale – seguendo le indicazioni del Papa – abbiamo rivisitato il nostro Statuto e il Regolamento su alcuni punti. I risultati sono stati prontamente presentati al Santo Padre che ha espresso piena soddisfazione, ed hanno già ricevuto la ‘recognitio’ della Santa Sede. Le modifiche apportate andranno in vigore – per espressa volontà del Sommo Pontefice – alla scadenza dell’attuale mandato del Presidente».

«Il Papa – ha ricordato il card. Bagnasco – ci ha incoraggiati a proseguire con fiducia il servizio pastorale e ad essere – con tutta la comunità cristiana – una Chiesa in uscita». «In questo orizzonte, a quasi un anno dall’Esortazione apostolica Evangelii gaudium, vero dono alla Chiesa, appena possibile sarà bello e doveroso chiederci a che punto siamo nella sua ricezione e applicazione», ha annunciato.

«In considerazione dei particolari vincoli dell’Episcopato d’Italia con il Papa, Vescovo di Roma, la nomina del Presidente della Conferenza è riservata al Sommo Pontefice, su proposta dell’Assemblea Generale che elegge, a maggioranza assoluta, una terna di Vescovi diocesani». Recita così l’art. 26 dello Statuto della Cei, il cui primo paragrafo è stato modificato con un decreto firmato dal cardinale presidente, Angelo Bagnasco, e dal segretario generale, monsignor Nunzio Galantino. La modifica – ora contenuta nel decreto, frutto della «recognitio» della Santa Sede dopo il parere favorevole del Papa – era stata approvata dai vescovi italiani durante l’assemblea del maggio scorso, a seguito delle «indicazioni» date da Francesco nella stessa assemblea, sulla base inoltre «delle consultazione delle Conferenze Episcopali Regionali e della proposta formulata dal Consiglio Episcopale Permanente, dopo ambio dibattito e due votazioni orientative svolte in aula». Il Santo Padre, nell’assemblea di maggio 2013, aveva lasciato ai vescovi piena libertà di decidere la modalità di elezione del proprio Presidente, anche tramite l’elezione diretta. I presuli hanno preferito invece adottare la procedura della «terna», lasciando la decisione ultima al Santo Padre. I vescovi italiani potranno eleggere il loro Presidente con le nuova modalità alla scadenza dell’attuale mandato del card. Bagnasco nel marzo 2017.

«Composizione», «piano di lavoro» e «attività delle Conferenze Episcopali Regionali». Sono questi i tre ambiti in cui viene modificato il Regolamento della Cei, in tre specifici articoli, come risulta del relativo decreto. «Il Consiglio Episcopale Permanente, considerato il lavoro da svolgere – si legge nella nuova formulazione dell’art. 111 – determina il numero dei membri delle Commissioni Episcopali e dei membri dei Comitati», numero che «potrà essere modificato in occasione di eventuali verifiche; in ogni caso il numero dei membri delle Commissioni Episcopali non può essere inferiore a sette, garantendo un’equa rappresentanza delle tre aree del territorio nazionale». Alle Conferenze Episcopali Regionali spetta di indicare «preferibilmente come candidati alle Commissioni Episcopali i Vescovi delegati regionali per i settori di attività pastorale».

In base alla nuova formulazione dell’art. 116, le Commissioni Episcopali devono presentare alla Presidenza della Conferenza il «piano di lavoro» per il quinquennio, che dovrà poi essere approvata dal Consiglio permanente. Il loro compito, si ricorda nel decreto, è di assolvere «un servizio di informazione, richiamo, proposta su temi emergenti attenenti alle loro competenze a favore dei Vescovi sia personalmente, sia nelle Conferenze Regionali». Servizio, questo, da svolgere «con strumenti adeguati: schede, comunicazioni ed anche documenti più ampi e organici quando l’opportunità lo suggerisca». Nel nuovo articolo 124 del Regolamento, infine, il Segretario Generale ha il compito di sollecitare i Presidenti delle Conferenze Episcopali Regionali «ad armonizzare il calendario delle riunioni regionali con il calendario degli organi direttivi della Conferenza Episcopale Italiana, al fine di permettere l’attuazione di un’ordinata collaborazione». In particolare, «è auspicabile che le riunioni regionali precedano le sessioni dell’Assemblea Generale e del Consiglio Episcopale Permanente».