Vita Chiesa

Congresso eucaristico, il benvenuto a Genova del cardinale Bagnasco

«Ci auguriamo – scrive il porporato – che possiate scoprire Genova nella sua storia che nasce dal porto, da una antica e forte industria. Ma anche scoprire la Genova della fede, la città di Maria, proclamata dalla Repubblica come sua Regina nel 1637. Il centro storico – il più grande d’Europa – è un intreccio di bellezza fatta di alti palazzi, solenni o umili, di scorci incantevoli, di chiese splendide, di «piazze» che, rispetto ad altre città, sono solo dei piccoli slarghi». «Genova è così – scrive ancora il porporato che nei vicoli di Genova è nato e cresciuto – è una striscia di terra stretta fra mare, monti e cielo. Una terra costretta a guardare verso l’orizzonte sconfinato del suo mare, e verso l’alto del suo cielo ventoso. Dove le sue case, che formano i famosi vicoli, sono addossate l’una all’altra non solo per ragioni di spazio e di antica sicurezza, ma sembrano esprimere anche una visione dell’esistenza, dello stare stretti, uniti gli uni agli altri per aiutarsi a vivere».

«Cari Amici – continua il testo – vorremmo con voi anche riscoprire noi stessi, la bellezza delle nostre origini cristiane» consapevoli «che la questione più grave oggi è il calo della fede: è quindi necessario il risveglio interiore, il cuore ardente». Per questo, diventa «decisivo portare gli uomini del nostro tempo a riconoscere il Signore Gesù, e così tornare a riconoscere il volto dell’uomo. Se Dio sparisce dall’orizzonte, l’umanità viene colta da un disorientamento i cui effetti disumani sono sotto gli occhi».