Vita Chiesa

Dio ci ama quando siamo piccoli

Il cuore dell’uomo è abitato, spesso, da grandi ambizioni, desideri di successo e aspirazioni a provare emozioni intense, a vivere esperienze forti da poter raccontare. L’essere umano sogna di essere al centro di una storia singolare perché straordinaria. Anche da buoni cristiani, a volte, vorremmo una vita speciale, un posto ragguardevole sulla Terra e un angolo a noi riservato in Paradiso: giustissimo, se davvero abbiamo capito quanto sia bello stare accanto a Dio. A volte, però, tutto questo nasce in noi non per amore di Lui, ma per un desiderio tutto umano di primeggiare, di essere «qualcuno». Gli stessi apostoli cedettero a questa tentazione, e Gesù dovette combattere nel deserto contro questa tendenza tutta umana.

Anche nel nostro tempo c’è chi, sull’esempio del Maestro, è andato controcorrente. «Io amo tutto ciò che è piccolo»: così si esprimeva Santa Bernadette, che a Lourdes ebbe da Maria un messaggio di riconciliazione e pace per tutti i popoli. Lei che ebbe contatto diretto col soprannaturale, faceva riposare il cuore su tutto ciò che è forse dimenticato dagli uomini, troppo distratti e presi dai loro sogni per poter godere di tutto ciò che è nascosto nelle briciole della vita: le più preziose e gustose, se solo si riuscisse ad assaporarle davvero.

Dio sceglie tutto ciò che è piccolo, lo crea, lo ama, lo fa vivere. Dio non cerca, allora, nelle sue creature, un qualcosa di grandioso. Forse ciò che chiede è davvero solo di avere il coraggio della nostra piccolezza, senza nasconderci dietro chissà quali maschere. Forse davvero la perfezione cui ci chiama non è l’infallibilità, che forse ci porterebbe anche alla superbia e all’indurimento del cuore, ma il diventare come gli uccelli del cielo, che tutto il giorno cantano ed esistono a gloria di Dio, e non pretendono di essere leoni.

Dietro i sogni dell’uomo si nasconde, spesso, la paura di scoprirsi piccolo, debole, sconfitto. La Croce di Cristo, però, ci incoraggia a guardare con verità dentro noi stessi, a metterci finalmente nelle mani di Dio come bambini incapaci. Questa esperienza ci apre le porte del cuore di Dio, che ama «chi si fa piccolo come un bambino» (Mc 10,14). Scopriremo che nella nostra debolezza si manifesta la sua grandezza, e dalla sua grandezza emerge la nostra dignità e la nostra bellezza. Sì, perché ciò che è piccolo, paradossalmente, è anche ciò che poi porta alla grandezza del Regno. E alla più pura e profonda gioia del cuore, quella che «nessuno potrà togliervi» (Gv 16,23). Suor Mirella Caterinadelle contemplative domenicane di Pratovecchio