Vita Chiesa

Ecumenismo: conclusa la 55ª sessione di formazione del Sae

Le conclusioni sono state proposte in un intervento a due tra il presidente Piero Stefani e Maria Luisa Sgargetta che in tre quadretti e in uno stile ironico ha ripreso temi trattati durante i lavori: il meccanismo del finanziamento delle Chiese, le affermazioni fondamentali delle Scritture sulle ricchezze, gli slogan dell’«economia civile», l’eterogenesi dei fini nel rapporto tra religioni ed economia. Terminando con la convinzione che rispetto ai nodi umani «tutto è possibile a Dio e alla sua misericordia».

L’ultima tavola rotonda della sessione, sul tema «Testimoniare il vangelo nelle società delle diseguaglianze economiche», ha avuto come relatori Erio Castellucci, vescovo di della diocesi di Modena-Nonantola, e la pastora battista Lidia Maggi.

La sessione del Sae, ha sottolineato Maggi guardando alla settimana trascorsa, è stata una riflessione come Chiesa indivisa sulle reciproche mancanze e contraddizioni, un’interrogazione delle strutture e delle relazioni, un’analisi dei macigni che, portati insieme, rotolano via come la pietra dal sepolcro all’alba della risurrezione. Allora l’ecumenismo diventa l’annuncio che, nonostante il corpo di Cristo sia stato diviso, è vivo, e il Sae è annuncio di risurrezione alle Chiese perché riprendano il coraggio di testimoniare insieme il Vangelo nel mondo senza scorciatoie. Partendo da sé, nella consapevolezza che «il nodo della giustizia economica, della condivisione dei beni è questione di vita o di morte, per la chiesa. Che l’annuncio del Regno dev’essere accompagnato da un imperativo di giustizia sociale. Da far valere, innanzitutto, nella Chiesa, tra i credenti».