Vita Chiesa

Ecumenismo, la preghiera ci unisce

di Timothy VerdonDirettore dell’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della diocesi di Firenze

Ricorre quest’anno il centenario della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, celebrata per la prima volta nel lontano 1908. Il tema scritturistico dell’anno 2008, scelto di concerto da rappresentanti della Chiesa Cattolica, delle Chiese Ortodosse e delle Comunioni Evangeliche, riporta direttamente al senso dell’evento (esplicitato anche nel nome assegnato all’ormai storico ottavario), la preghiera, invitando tutti i cristiani a meditare l’esortazione paolina di «pregare continuamente» (1Ts5,17).

L’intero passo paolino situa la preghiera poi all’intero della vita comunitaria dei credenti, ai quali l’Apostolo dice: «Fratelli, vi prego […] vivete in pace fra voi. Vi raccomando, fratelli: rimproverate quelli che vivono male, incoraggiate i paurosi, aiutate i deboli, siate pazienti con tutti. Non vendicatevi contro chi vi fa del male, ma cercate sempre di fare il bene tra voi e con tutti. Siate sempre lieti. Pregate continuamente e in ogni circostanza ringraziate il Signore. Dio vuole che voi facciate così, vivendo uniti in Gesù Cristo» (1Ts5,12a.13a-18).

«Dio vuole che facciate così, vivendo uniti in Gesù Cristo»: Dio vuole che i cristiani preghino, cioè, e che pregando vivano uniti nel Signore. La preghiera infatti unisce – è l’esperienza di chiunque abbia partecipato agli incontri di questa Settimana con cui le diverse confessioni cristiane inaugurano l’anno civile -, e unisce precisamente «in Gesù Cristo»: nel mistero personale, ecclesiale, storico e metastorico di Colui che ha accettato la morte per riscattare l’umanità dalle conseguenze del peccato, e che, risorto, chiama tutti a sé. L’unità sperimentata durante la Settimana di Preghiera, voglio dire, anche se ancora imperfetta, è comunque un’unità pasquale, una vittoria sul peccato che ci divide, una caparra della vita nuova promessa a quanti mediante il Battesimo sono stati resi coeredi con Cristo dell’unica gloria celeste.

La Settimana o «Ottavario» ci offre l’occasione di obbedire all’esigente comando di «pregare continuamente»: per gli otto giorni dal 18 al 25 gennaio cerchiamo di mettere al primo posto questo sforzo spirituale che è nel contempo un dono, un privilegio, un dovere, una fatica, una gioia. «Pregate continuamente e in ogni circostanza ringraziate il Signore», dice Paolo, e nelle variegate circostanza di incontri, dibattiti, momenti di riflessione comune, di canto e di festa cerchiamo di ringraziare il Signore, Colui che ha permesso che ci dividessimo-ma solo in vista di un’unità più bella, quella veramente pasquale di cui parlavo dianzi. Ecco, come Gesù ha ringraziato il Padre benedicendo pane e vino la notte prima di morire – ha ringraziato pur sapendo che questi segni si riferivano alla sua imminente morte -, così la preghiera comune dei cristiani divisi dalla loro storia ma insieme chiamati a vita eterna deve essere caratterizzata dal ringraziamento. Come tutti sanno poi, il termine greco per «ringraziamento» è «eucaristia», e ciò significa che in questa Settimana di Preghiera le diverse confessioni cristiane si trovano a condividere il dono più prezioso lasciato da Gesù, l’eucaristia, anche se non ancora con la «E» maiuscola, non ancora in modo sacramentale. Gli incontri, i dibattiti, i momenti di riflessione, il canto e la festa infatti preannunciano – sebbene solo in modo temporaneo ed imperfetto – la duratura comunione dei cuori a cui Dio ci chiama in Cristo: la comunione spirituale destinata un giorno a diventare pienamente visibile nella comune celebrazione dell’Eucaristia sacramentale.

Otto giorni sono pochi però: meno del 2% dell’anno. L’Apostolo Paolo chiedeva invece ai tessalonicesi di «pregare continuamente», ed è questa la sfida grande per l’Ecumenismo: estendere all’anno intero la brama d’unità pasquale che ci unisce per qualche giorno nella seconda parte di gennaio. In Toscana, come altrove, negli ultimi anni le singole comunità cristiane hanno fatto notevoli progressi in questo senso, moltiplicando le occasioni d’incontro, riflessione e in qualche caso anche d’azione caritativa comune. La vera difficoltà rimane tuttavia quella di instaurare un clima di «preghiera continua» non solo tra i pochi eletti che prendono parte alle iniziative ecumeniche, ma nella vasta e variegata comunità ecclesiale, che essa sia cattolica, ortodossa, evangelica o anglicana. È bello che alcuni si cerchino con sempre maggiore frequenza, si trovino con sempre maggiore gioia e preghino insieme con sempre maggiore intensità; ma è brutto che questi siano sempre pochi nelle loro rispettive comunità-anzi, più che «brutto», questo fatto costituisce un vero peccato, perché, come afferma Paolo, Dio stesso vuole che noi preghiamo continuamente con ringraziamento eucaristico, uniti in Gesù Cristo, per poter vivere in pace. Dobbiamo ancora sensibilizzare il 98% delle nostre comunità a questa volontà divina, portando tutti a pregare continuamente per l’unità. Perché questo tema rimane assente dalle nostre invocazioni di preghiera nelle altre 51 settimane dell’anno?

Palestra utilissima ed attualissima di sensibilizzazione ecumenica è il dialogo inter-religioso a cui normalmente partecipano rappresentanti delle diverse confessioni cristiane insieme ad esponenti dell’Ebraismo e dell’Islam. I cristiani si rendono conto di quanto già li unisce al momento in cui insieme ascoltano e parlano con altri figli di Abramo, voglio dire, e in un mondo lacerato da conflitti a sfondo cultural-religioso quest’unità dei cristiani nello sforzo di comprendere gli altri e farsi comprendere da loro riveste un’importanza, una urgenza palese. Così in Toscana come altrove, agli otto giorni dal 18 al 25 gennaio sono stati aggiunti due dedicati all’ascolto delle comunità Ebraica e Islamica – rispettivamente il 17 e il 26 gennaio -, che a mo’ di cornice mettano in risalto l’immagine ancora solo abbozzata, il dipinto iniziato bene ma ancora da completare, dell’unità dei discepoli di Cristo.

La settimana di preghiera

Dal 18 al 25 gennaio si celebra in tutto il mondo la Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani. A Firenze, come sempre, la Chiesa Cattolica, le Chiese Evangeliche, le Chiese Ortodosse e la Comunione Anglicana hanno dato vita a un fitto calendario di incontri e appuntamenti. A fare da «cornice» alla settimana, la giornata per il dialogo ebraico-cristiano di giovedì 17 gennaio, e la giornata per il dialogo islamico-cristiano di sabato 26 gennaio. Ecco il calendario dettagliato degli incontri fiorentini:

Venerdì 18 gennaio, ore 18Chiesa anglicana (via Maggio, 86)“Pregate continuamente”Introduzione di padre Lawrence MacLeanVespriMessaggi di: Pastore Mario AffusoPadre Nikolaos PapadopulosMons. Timothy VerdonSabato 19 gennaio, ore 18Chiesa ortodossa greca San Jacopo Apostolo (Borgo San Jacopo, 34)VespriMessaggi di: padre Nikolaos Papadopulospadre Petre ComanLunedì 21 gennaio, ore 21Audotorium Stensen“La preghiera nelle diverse tradizioni di spiritualità cristiana”moderatore: mons. Timothy VerdonRelatori:Mons. Dante CarollaDiacono Ionut ComanPadre Pawel GajewskiMartedì 22 gennaio, ore 18,30Chiesa Episcopale americana (via Rucellai, 9)Serata animata dai ragazzi (8-15 anni)Mercoledì 23 gennaio, ore 17Comunità luterana (via dei Bardi, 20)“Pregate sempre per la grazia di lavorare con Dio”Introduzione: Christian HolzMessaggi di:Marco BontempiPastore Davide MozzatoVenerdì 25 gennaio, ore 18Badia Fiorentina (via del Proconsolo)VespriEsperienze di vita comunitaria di preghieraMessaggi di:Monaca della Comunità monastica di GerusalemmePadre Angelos BeshaiPadre Georghi BlatinskiDiacono Ionut ComanPadre Roger FeathersonCentro ecumenico AgapeGiornata del dialogo ebraico-cristianoGiovedì 17 gennaio, ore 18Centro internazionale “Giorgio La Pira”Riflessione di Rav Joseph LeviGiornata del dialogo islamico-cristianoSabato 26 gennaio, ore 18Centro internazionale “Giorgio La Pira”Riflessione di Giovanni Yahja Nicotera