Vita Chiesa

FIDANZATI (CONVEGNO CEI), GRILLO: MATRIMONI SENZA EUCARISTIA PER ACCOGLIERE OGNI STORIA DI FEDE

La possibilità di celebrare il sacramento del matrimonio senza Eucaristia e con la sola Liturgia della Parola non è “una mera sottrazione” ma rappresenta una opportunità in più offerta alle giovani coppie da parte di una Chiesa che “promuove e accoglie ogni storia di fede”. A sottolinearlo oggi a Grosseto è stato Andrea Grillo, teologo e membro della Commissione istituita dalla Cei per la stesura finale del nuovo Rito del matrimonio. Grillo è intervenuto questa mattina ad una tavola rotonda in cui alcuni teologi ed esperti hanno presentato ai circa 600 delegati presenti al convegno gli adattamenti contenuti nel nuovo rito. Grillo ha spiegato che la possibilità di celebrare il matrimonio con la Liturgia della Parola intende “rimediare a due eccessi” in cui le comunità parrocchiali possono cadere, nonostante “i corsi di preparazione al matrimonio abbiano ormai raggiunto un po’ ovunque livelli di grande serietà”. Ci potrebbe però essere sempre il rischio – ha sottolineato l’esperto – di pensare da una parte di avere “un universale diritto acquisito a sposarsi in Chiesa” e dall’altra di credere che il matrimonio in Chiesa sia il risultato di “un selettivo concorso a numero chiuso”. Tra questi due eccessi e cioè tra “una pericolosa indifferenza ed una selettiva diffidenza”, la Chiesa italiana ha voluto trovare una “mediazione”, proponendo di accogliere le coppie con “una delicata e attenta attenzione pastorale”.

Cosa significa in concreto? “Il matrimonio – ha spiegato Grillo – muovendo da un contesto potente come quello del sentimento” in cui si sperimenta “il prendere l’altro come un’accoglienza e il convivere come un dono”, ha una “potenza straordinaria di annuncio cristiano del Vangelo”. Ecco allora che “un elemento di per sé negativo” come la scelta di non celebrare l’Eucaristia può “trasformarsi in un fatto positivo”. “Il fatto che l’Eucaristia non venga celebrata nel corso del matrimonio – ha detto Grillo – non deve essere vissuto come mera sottrazione ma come una opportunità che si vuole dare alla coppia di riscoprire un più intenso desiderio di Eucaristia”. La celebrazione di un matrimonio può allora diventare luogo un cui “risolvere situazioni di difficoltà e dubbi”. Sir

Davanti all’altare sposi più consapevoli