Vita Chiesa

FISCHI A RUINI; MONS. BETORI: LA CHIESA NON SI LASCIA INTIMIDIRE

“La Chiesa non si lascia certo intimidire e non verrà mai meno, nell’esercizio del discernimento evangelico e della carità pastorale, al suo dovere di parlare in modo forte e chiaro per illuminare i credenti e tutti gli uomini di buona volontà sia su materie che riguardano la fede e la vita ecclesiale sia su temi di grande rilevanza morale come la vita umana, la famiglia,la giustizia e la solidarietà”. Lo ha detto oggi mons. Giuseppe Betori, segretario generale della Cei, durante la conferenza stampa di presentazione del comunicato finale del Consiglio permanente della Cei, svoltosi a Roma dal 19 al 22 settembre.

Riferendosi alla “contestazione orchestrata a Siena da parte di alcuni giovani nei confronti del card. Camillo Ruini” Betori l’ha definita un “piacevole intermezzo”, usando le parole dello stesso presidente della Cei. “Episodi di intolleranza – ha aggiunto leggendo un testo scritto – purtroppo si sono registrati anche in passato. Stupiscono piuttosto taluni commenti che hanno voluto caricare la vicenda di significati politici”.

“Tali interventi della Chiesa – ha precisato inoltre Betori – non possono in alcun modo essere considerati un’indebita interferenza e tanto meno un’ingerenza nella vita del Paese, rappresentano piuttosto il costruttivo contributo del cattolicesimo al bene e allo sviluppo della nostra amata nazione”. Parlando a braccio, il segretario generale della Cei ha poi aggiunto, a nome dei vescovi:” E’ questa una nostra serena convinzione, ed è con serenità che continueremo a parlare sempre, come ci chiede il Vangelo”

“Non abbiamo paura di sovresporci in politica, se il problema riguarda la dimensione antropologica della persona e la vita sociale”, ha detto Betori rispondendo alle domande dei giornalisti: “ma non direi che riduciamo tutto a livello morale”, ha aggiunto citando l’attività pastorale ordinaria della comunità ecclesiale, di solito ignorata dai media.

In merito all’episodio di Siena, il segretario generale della Cei ha precisato che “non era un luogo politico, ma un luogo culturale. Nei luoghi culturali, la Chiesa come soggetto sociale ha tutti i diritti di andare, mentre non va mai nei luoghi politici”. Quella ecclesiale, dunque, è “una apertura a 360°, che “va accolta da tutti”. “Il referendum – ha sottolineato Betori – ha dimostrato che c’è la possibilità per tutti di entrare in dialogo sulle questioni fondamentali della vita dell’uomo”.

Quanto a presunte interferenze della Chiesa sulle decisioni politiche e legislative, Betori ha risposto citando un recente sondaggio, secondo il quale “per il 70% degli italiani è opportuno che la Chiesa intervenga. Sentiamo in questo la convalida del fatto che il popolo italiano percepisce il sentire religioso come qualcosa che fa parte della vita quotidiano della gente, e non soltanto della dimensione spirituale o interiore. Il Vangelo è per la vita, per le persone, anche per le persone come società”. Del resto, ha commentato il segretario generale della Cei, “sono 2000 anni che stiamo tra la gente, e la gente se n’è accorta. Il cristianesimo, e il cattolicesimo in particolare, è la religione dell’incarnazione”. Sir