Vita Chiesa

FUNERALI DON MARIO PICCHI, CARD. VALLINI: SI È FATTO AMICO E PADRE

Don Mario Picchi “ha accolto tutti, la sua porta era sempre aperta, si è immedesimato nelle sofferenze dei giovani e si è fatto amico e padre, per amore ha creato progetti di redenzione umana e con amore li ha portati avanti”. Così il card. Agostino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma, ha ricordato nella messa esequiale, questa mattina a San Giovanni in Laterano, il sacerdote impegnato nella lotta alla tossicodipendenza, fondatore e presidente del Centro italiano di solidarietà (Ceis), morto sabato scorso a 80 anni. “Non capiremmo fino in fondo la motivazione profonda del suo essere prete – ha aggiunto il card. Vallini –, il suo sforzo creativo di mettere tutto se stesso e schiere di volontari, uomini e donne, a servizio di chi soffre, le sue battaglie a favore della dignità di ogni uomo (“Dietro la droga un uomo”, è il titolo di un suo libro del 1991), se non mettiamo a fondamento dell’avventura terrena di don Mario la sua fede nella risurrezione”.Proprio “i frutti della fede che don Mario ha sperimentato in se stesso e nella sua azione sacerdotale – ha precisato il cardinale vicario –, lo convincevano che ogni debolezza umana poteva essere redenta e che ogni persona è destinata ad una vita riuscita e felice, perché Dio ha impresso in ognuno il sigillo della sua potenza creatrice. E così ha lottato per modificare le stesse strutture della società, perché fossero più giuste e più umane, e il mondo, creato da Dio per la felicità dell’uomo, ma reso spesso poco abitabile a causa dell’egoismo umano e del peccato, potesse essere liberato dalla schiavitù della corruzione. Per il raggiungimento di questo ideale – il suo amore all’uomo e al mondo – o quanto meno per avvicinarsi ad esso e mostrarlo plausibile a chi era caduto nel baratro, don Mario era mosso oltre che da una molla interiore, dalla sua innata curiosità, che non aveva mai perso e che lo spingeva a tentare vie sempre nuove per liberare dal disagio e dalla sofferenza chi a lui si rivolgeva”. La parabola del buon samaritano “è da ritenere che sia stata una delle pagine evangeliche ispiratrici della vita cristiana e sacerdotale di don Mario”, che anche “quando la sofferenza fisica, che lo ha accompagnato per molti anni, ne ha limitato le forze, non si è tirato indietro”. “E’ andato via un fratello, un compagno di strada, ma soprattutto un padre”. La Federazione delle comunità terapeutiche (Fict) piange la scomparsa del suo fondatore don Mario Picchi. Il presidente della Federazione, don Mimmo Battaglia, afferma in una nota: “Si deve in gran parte a lui se oggi la Federazione, a quasi 30 anni dalla nascita, riunisce 50 Centri che in tutta Italia si impegnano quotidianamente nella lotta contro l’esclusione e le povertà, in oltre 600 servizi”. “Da oggi – osserva – siamo tutti un po’ più poveri, siamo tutti più soli”. Non solo gli operatori, i volontari e i romani suoi concittadini; “soprattutto sono più soli i suoi ragazzi, i tanti poveri che ha incontrato, tutte le pietre di scarto tramutate in testate d’angolo, i mille disperati ai quali ha ridato la speranza. Le tante vite a perdere, che hanno imparato, grazie a lui, a vincere la propria battaglia”. “In questo Anno sacerdotale” don Battaglia sottolinea anche “il bisogno di dire grazie al Dio della vita, per la bellezza del tuo essere prete. Non prete della strada, non prete delle comunità, non prete di frontiera, ma semplicemente, prete… il tuo ministero è stato il luogo sacro, benedetto, del tuo amore al Signore” per fare “dell’incontro con i poveri, dell’attenzione, dell’accoglienza, della solidarietà, nel nome della speranza, la profezia autentica del vangelo”.Sir