Vita Chiesa

Francesco, visita a parrocchia S. Cuore: «Mi sento a casa»

Gesù è «l’Agnello che toglie il peccato del mondo», ma «come un agnello, tanto debole, un agnellino debole, come può togliere tanti peccati, tante cattiverie? Con l’Amore. Con la sua mitezza». Gesù «non ha mai lasciato di essere agnello: mite, buono, pieno d’amore, vicino ai piccoli, vicino ai poveri. Era lì, fra la gente, guariva tutti, insegnava, pregava. Ma, tanto debole Gesù: come un agnello. Ma ha avuto la forza di portare su di sé tutti i nostri peccati: tutti». Qualcuno può dire: «Ma, Padre, Lei non sa la mia vita: io ne ho uno che … ma, non posso portarlo nemmeno con un camion…». «Tante volte – ha commentato il Pontefice -, quando guardiamo la nostra coscienza, ne troviamo alcuni che sono grossi, eh? Ma Lui li porta. Lui è venuto per quello: per perdonare, per fare la pace nel mondo, ma prima nel cuore. Forse ognuno di noi ha una tormenta nel cuore, forse ha un buio nel cuore, forse si sente un po’ triste per una colpa… Lui è venuto a togliere tutto quello, Lui ci dà la pace, Lui perdona tutto».

Cristo «toglie il peccato con la radice e tutto! Questa è la salvezza di Gesù, con il suo amore e con la sua mitezza. E sentendo questo che dice Giovanni Battista, che dà testimonianza di Gesù come Salvatore, dobbiamo crescere nella fiducia in Gesù», ha aggiunto il Santo Padre. «Tante volte abbiamo fiducia in un medico» o «in una persona». Per Francesco, «è buono avere questa fiducia umana, tra di noi. Ma dimentichiamo la fiducia nel Signore: questa è la chiave del successo della vita. La fiducia nel Signore: affidiamoci al Signore». Se anche diciamo: «Ma, Signore, guarda la mia vita: io sono nel buio, ho questa difficoltà, ho questo peccato…», tutto quello che noi abbiamo è affidarsi al Signore: «Guarda questo: io mi affido a te!». E questa, ha sottolineato il Papa, «è una scommessa che dobbiamo fare: affidarci a Lui e mai delude. Mai, eh? Mai! Sentite bene, voi ragazzi e ragazze, che incominciate la vita adesso: Gesù mai delude. Mai. Questa è la testimonianza di Giovanni: Gesù, il buono, il mite, che finirà come un agnello: ucciso. Senza gridare. Lui è venuto per salvarci, per togliere il peccato. Il mio, il tuo e quello del mondo: tutto, tutto». Poi ha invitato a chiudere gli occhi e immaginare «quella scena lì, sulla riva del fiume, Giovanni mentre battezza e Gesù che passa».

«E – ha proseguito il Pontefice – sentiamo la voce di Giovanni: ‘Ecco l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo’. Guardiamo Gesù e in silenzio, ognuno di noi, dica qualcosa a Gesù dal suo cuore. In silenzio». «Il Signore Gesù, che è mite, è buono – è un agnello – che è venuto per togliere i peccati, ci accompagni nella strada della nostra vita», ha concluso. Il Santo Padre si è fermato nella parrocchia quasi quattro ore. Giunto sotto la pioggia, ha incontrato prima circa 60 senza fissa dimora, quindi un centinaio di giovani rifugiati alcuni dei quali arrivati a Lampedusa; poi è stata la volta dei bambini neobattezzati e degli sposi novelli. Dal Papa l’appello alla condivisione dei bisogni materiali e spirituali, anche tra persone di religioni differenti perché «Dio è uno solo e sempre lo stesso». Francesco ha anche confessato cinque persone. Un canto in spagnolo durante la messa, il mate offerto dalla comunità religiosa e l’immagine nel presbiterio della Virgen de Lujan, patrona dell’Argentina sono stati segni di calore e affetto della parrocchia al Pontefice che ha confidato: «Io mi sento a casa, tra voi. Grazie. Perché uno può andare a fare una visita e trovare molta educazione, tutto il protocollo, ma non c’è il calore. Tra voi ho trovato il calore dell’accoglienza, come in una famiglia. E oggi sono entrato io, e mi sento a casa, come in famiglia. Grazie tante!».