Vita Chiesa

Incontro abusi in Vaticano: p. Lombardi, presto Motu proprio del Papa. «Task force» di esperti sul territorio

«Esso accompagnerà una nuova legge dello Stato della Città del Vaticano e le Linee guida per il Vicariato della Città del Vaticano sullo stesso argomento», ha aggiunto, annunciando tra le altre iniziative che faranno seguito al summit anche «la pubblicazione da parte della Congregazione per la dottrina della fede di un vademecum che aiuterà i vescovi del mondo a comprendere chiaramente i loro doveri e i loro compiti». «Nello spirito della comunione della Chiesa universale – ha proseguito Lombardi – il Papa ha manifestato l’intenzione di favorire la creazione di task forces di persone competenti per aiutare le Conferenze episcopali e le diocesi che si trovino in difficoltà per affrontare i problemi e realizzare le iniziative per la protezione dei minori». Già domani, ha confermato Lombardi, il Comitato organizzatore si incontrerà con i responsabili della Curia Romana che hanno partecipato all’incontro, «in modo da impostare fin d’ora il lavoro necessario per dare seguito, secondo il desiderio del Santo Padre, ai propositi e alle idee maturate nei giorni scorsi».

«Questi primi passi segni di incoraggiamento ci accompagneranno nella nostra missione di annuncio del Vangelo e di servizio per tutti i bambini del mondo, sentendoci solidali con tutte le persone di buona volontà che vogliono abolire ogni forma di violenza e di abuso contro i minori», ha commentato il moderatore. «Abbiamo ascoltato le voci delle vittime dei terribili crimini di abuso sessuale su minori da parte di membri del clero», il suo bilancio dell’incontro che si è appena concluso: «Chiediamo loro sinceramente perdono come pure a tutti i nostri fratelli e sorelle, per ciò che abbiamo fatto di male e per ciò che abbiamo mancato di fare. Torniamo alle nostre diocesi e alle nostre comunità, sparse in tutto il mondo, con una comprensione più profonda di questo terribile scandalo e delle ferite che provoca nelle vittime e nell’intero popolo di Dio».

Poi la citazione delle parole che San Giovanni Paolo II pronunciava già nel 2002, «e che rimangono profondamente attuali ed esprimono il nostro impegno«: «La gente deve sapere che nel sacerdozio e nella vita religiosa non c’è posto per chi potrebbe far del male ai giovani». «Vogliamo assolutamente che tutte le attività pastorali della Chiesa cattolica e i luoghi dove esse si esercitano siano pienamente sicuri per i minori, per il rispetto della loro dignità e la loro crescita umana e spirituale», ha assicurato Lombardi: «Responsabilità, rendere conto, trasparenza, sono le parole che sono risuonate in questi giorni in cui abbiamo pregato, riflettuto e scambiato le nostre esperienze sotto la guida del Santo Padre Francesco e che ci impegniamo a tradurre in azioni concrete. Lo spirito di collegialità e il cammino sinodale della comunità ecclesiale ci daranno il sostegno e l’incoraggiamento di cui abbiamo bisogno per continuare a superare le tendenze all’occultamento e a privilegiare l’istituzione rispetto alle persone che essa deve servire, ottenendo il rinnovamento spirituale e strutturale, necessario per sradicare dalla Chiesa ogni forma di abuso non solo sessuale, ma anche di potere e di coscienza».

Interpellato dai giornalisti, Lombardi ha precisato che i tre documenti – ai quali «si sta lavorando già da alcuni mesi» – «non sono stati emanati perché nel territorio vaticano non ci sono moltissimi casi di abusi. Ce ne sono alcuni, come sappiamo». «In questo caso – ha aggiunto mons. Charles Scicluna, arcivescovo di Malta e segretario aggiunto della Congregazione per la dottrina della fede – la Santa Sede ha seguito quello che già le Conferenze episcopali hanno fatto», in risposta alle «Linee guida» sugli abusi della Congregazione per la dottrina della fede, emanate nel 2011. Linee guida che, ha precisato Scicluna, «vanno periodicamente riviste per integrare gli sviluppi«: un «ottimo esempio», a riguardo, è quello che ha fatto il Canada, «una Chiesa locale che ha sofferto molto».

«L’abuso sui minori è un crimine gravissimo, così come l’insabbiamento è altrettanto grave. Non si può tornare indietro». Così mons. Charles Scicluna, arcivescovo di Malta e segretario aggiunto della Congregazione per la dottrina della fede, ha tracciato il suo personale bilancio dell’incontro in Vaticano su «La protezione dei minori nella Chiesa», che si è appena concluso. «Aver potuto ascoltare la voce delle vittime è stato uno dei risultati più importanti», ha proseguito Scicluna durante il briefing conclusivo: «Continueremo a farlo, dobbiamo continuare a farlo».

Anche per padre Hans Zollner, presidente del Centro per la protezione dei minori della Pontificia Università Gregoriana, membro della Pontificia Commissione per la tutela dei minori e referente del Comitato organizzativo, «l’incontro dei partecipanti con le vittime è stata la cosa più importante» del summit convocato da Papa Francesco: «La Chiesa è una grande nave, per cambiare direzione ci vogliono molte energie. L’importante è non concentrarsi sui singoli casi, ma sul sistema degli insabbiamenti».

«La Chiesa è in prima linea nella difesa dei diritti dei bambini», ha detto il card. Oswald Gracias, arcivescovo di Bombay e presidente della Conferenza episcopale indiana: «Deve essere un modello per come agisce». Ad una domanda dei giornalisti relativa alle proteste di alcune associazioni di vittime degli abusi, rimaste deluse dalla «poca concretezza» delle proposte, padre Federico Lombardi, moderatore del summit che si è appena concluso in Vaticano, ha risposto: «La disponibilità all’incontro rimane, ma dobbiamo essere molto realisti: ci deve essere anche il desiderio di collaborare in una dinamica di approfondimento». «Le aspettative delle vittime sono legittime, capisco la frustrazione», ha dichiarato mons. Scicluna: «Il Papa ci ha consegnato i suoi 21 punti, dobbiamo assemblarli nel ‘follow up’ dell’incontro per progettare il cammino futuro. Le aspettative delle vittime devono essere le nostre».