Vita Chiesa

LETTERA DEL PAPA AI SACERDOTI: PREGATE PER LE VOCAZIONI

In un mondo in cui “si assottiglia la schiera dei sacerdoti, senza che ci sia un sufficiente ricambio generazionale”, preti e fedeli devono “pregare per le vocazioni”, in modo da “far fronte alle crescenti esigenze dell’evangelizzazione”. E’ quanto scrive il Papa, nella Lettera ai sacerdoti per il Giovedì Santo, incentrata sulla “specifica reciprocità tra l’Eucaristia e il Sacerdozio”, che “risale al Cenacolo” e fa di essi “due sacramenti nati insieme, le cui sorti sono indissolubilmente legate fino alla fine del mondo”. “Il popolo cristiano – si legge nella lettera – mentre da una parte ringrazia Iddio per il dono dell’Eucaristia e del Sacerdozio, dall’altra non cessa di pregare perché mai manchino sacerdoti nella Chiesa. Non è mai sufficiente il numero dei presbiteri per far fronte alle crescenti esigenze dell’evangalizzazione e della cura pastorale dei fedeli”. Poi il Santo Padre traccia una sorta di quadro d’insieme delle vocazioni, facendo notare che “in alcune parti del mondo la loro scarsità si avverte oggi con maggiore urgenza”, mentre “altrove si assiste ad una promettente primavera vocazionale”. Altro dato consolante, secondo il Papa, sta inoltre nel fatto che “va aumentando nel popolo di Dio la consapevolezza di dover pregare e operare attivamente per le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata”. “Pregate incessantemente – è l’esortazione finale di Giovanni Paolo II ai sacerdoti, sollecitati ad essere “padri, maestri e testimoni di pietà eucaristica e di santità di vita” – ed invitate i fedeli a pregare per le vocazioni, per la perseveranza dei chiamati alla vita sacerdotale e per la santificazione di tutti i sacerdoti”. “Nell’Ultima Cena siamo nati come sacerdoti”, esordisce il Papa nella lettera: “Sostiamo nel Cenacolo”, è l’invito del Santo Padre, che ricorda come “in quella notte santa Egli ha chiamato per nome ogni singolo sacerdote di tutti i tempi”. “Gesù ha chiamato noi e, per molteplici strade, continua a chiamare tanti altri ad essere suoi ministri”, scrive Giovanni Paolo II, e aggiunge: “Dal Cenacolo Cristo non si stanca di cercare e di chiamare: sta qui l’origine e la perenne sorgente dell’autentica pastorale delle vocazioni sacerdotali”, di cui proprio i sacerdoti sono “i primi responsabili”. “Prima di ogni altra iniziativa vocazionale, è indispensabile la nostra fedeltà personale”, avverte il Papa, che sollecita l’“attiva cooperazione” di “sacerdoti innamorati dell’Eucaristia”, i soli “in grado di comunicare a ragazzi e giovani lo ‘stupore eucaristico’”. I primi “apostoli” di Gesù, esclama il Pontefice, “siete voi: la vostra testimonianza conta più di qualunque altro mezzo e sussidio”. Sul piano pastorale, Giovanni Paolo II raccomanda in particolare “la cura dei ministranti, che costituiscono come un ‘vivaio’ di vocazioni sacerdotali”. “l gruppo dei ministranti – osserva il Pontefice -, ben seguito da voi all’interno della comunità parrocchiale, può percorrere un valido cammino di crescita cristiana, quasi formando una sorta di pre-seminario”. Di qui la necessità di “iniziative” specifiche, da realizzare attraverso la “collaborazione delle famiglie più sensibili e dei catechisti”. Il Papa cita a questo proposito un ricordo personale: “Negli anni di ministero episcopale a Cracovia ho potuto rilevare quanto proficuo sia dedicarsi alla loro formazione umana, spirituale e liturgica. Quando fanciulli e adolescenti svolgono il servizio all’altare con gioia ed entusiasmo, offrono ai loro coetanei un’eloquente testimonianza dell’importanza e della bellezza dell’Eucaristia”. (Sir)