Vita Chiesa
La Toscana e Scalabrini, il «padre dei migranti»

Le migrazioni del «grande esodo» dell’Europa verso le Americhe della fine 1800 ed inizio 1900 colpirono monsignor Scalabrini in modo particolare: come vescovo e come uomo di Chiesa, cercò di reagire concretamente di fronte alle problematiche, ai drammi ed alle angosce dei «figli della miseria e del lavoro». Il 28 novembre 1887 fondò la Congregazione dei Missionari di San Carlo (Scalabriniani): lo scopo iniziale è l’assistenza sociale e religiosa dei lavoratori italiani che, a centinaia di migliaia, emigravano verso le Americhe. Oggi le migrazioni hanno assunto una vera e propria dimensione planetaria e le intuizioni sociali, civili, politiche e religiose di Scalabrini risultano di estrema attualità.
Per celebrare il suo centenario l’Ascs (associazione scalabriniana per la cooperazione e lo sviluppo) ha pensato di ripercorrere il «pellegrinaggio» politico e culturale che Scalabrini ha compiuto nel 1891 e nel 1892 in varie città italiane proprio per proporre dibattiti pubblici sulle tematiche dell’emigrazione italiana nelle Americhe, per annodare e serrare legami con personaggi, istituzioni religiose, sociali e civili, per creare una rete di patronati per l’assistenza ai candidati all’emigrazione, per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle situazioni degli emigrati italiani, per promuove un dibattito politico in favore di leggi in protezione degli emigrati dalla partenza al loro inserimento, per raccogliere fondi per le iniziative e le opere che egli, insieme con le istituzioni da lui fondate, stava svolgendo in Italia e nei Paesi di destinazione degli emigrati. In questo ciclo di conferenze, il Beato Scalabrini è più volte giunto in Toscana:
8 marzo 1891. Mons. Scalabrini parla a Firenze nella chiesa di San Giovannino dei padri Scolopi sulle cattive condizioni fisiche, economiche, morali e religiose degli emigrati italiani, presenti il Card. Bausa e l’on. Romualdo Bonfadini e il prof. Schiapparelli. I contatti di Scalabrini con gli intellettuali fiorentini risultano molto intensi, anche se a volte presenta aspetti conflittuali. D’altronde Firenze risulta uno dei centri più fecondi del pensiero della fine del XIX ed inizio del XX secolo sulla questione sociale in generale e sui problemi dell’emigrazione italiana in particolare.
11 dicembre 1892. Scalabrini, alla presenza di numerosi studenti e professori dell’Università, del Sindaco, di diversi deputati e senatori e dell’Arcivescovo Mons. Capponi, parla a Pisa nella chiesa dei cavalieri di S. Stefano, sui problemi dell’emigrazione.
25 aprile 1892. Mons. Scalabrini tiene una conferenza sull’emigrazione italiana nella chiesa dei Servi di Maria a Lucca, scegliendola proprio perché zona di forte emigrazione. Alla conferenza ha assistito don Giuseppe Marchetti, ordinato sacerdote due settimane prima, che sussessivamente diventerà missionario scalabriniano e fondatore dell’orfanatrofio di San Paolo in Brasile (di padre Marchetti è in corso il processo di beatificazione).
«Limes Limitis» è una sorta di racconto fotografico della frontiera. Dalla Grande Muraglia cinese, alla Frontiera tra Mozambico e Sud Africa, passando da diversi Paesi tra i quali Kosovo, Paraguay ed Egitto. Dai muri caduti come quelli di Berlino e di Gorizia, a nuovi muri come quello tra Israele e Palestina. Un viaggio emozionante raccontato per immagini.
Il Talk & Music Show è un originale format studiato da Marco Brusati e scritto a quattro mani insieme al laico scalabriniano Giuseppe Lanzi. Nello stile del «divertimento educativo», lo spettacolo miscela animazioni, musica, testimonianze e arte, rendendo i presenti dei veri protagonisti dell’evento e non soltanto spettatori e veicolando i contenuti in maniera leggera e, proprio per questo, efficace.
Formula lanciata da Omnibus in diversi grandi eventi del mondo ecclesiale italiano, come Jubilmusic dal teatro Ariston di San Remo (Rai Uno) e le Giornate Mondiali della Gioventù, il Talk & Music Show viene guidato da un presentatore che, con l’ausilio di animatori, un attore, un gruppo musicale dal vivo, artisti e testimoni, coinvolge e guida i presenti nella riflessione sul tema «L’Italia da terra di emigrazione a terra di immigrazione»: nulla è lasciato al caso, anche se le reazioni dei presenti possono modificare ed adattare le proposte dei professionisti sul palcoscenico.
Attraverso una breve analisi storica e sociologica del fenomeno migratorio, vengono così offerte proposte comportamentali concrete sui temi dell’accoglienza, dell’integrazione, dell’accettazione e della bellezza della diversità, delle politiche migratorie; il percorso propositivo assomiglia più ad uno zapping televisivo che ad una esposizione logicamente perfetta, nella convinzione che le proposte «laterali» siano più efficaci di quelle dirette ed impositive, soprattutto per i giovani. Verrà dato spazio anche alla leggerezza tipica dell’edutainment, che non disdegna anche l’ironia che può essere diretta verso comportamenti cristallizzati nella società italiana e che sono da ostacolo alla reale integrazione tra i popoli: in questo si verrà aiutati da un attore brillante, Gianpiero Perone, che, da Zelig, si è trasferito in Rai nella trasmissione «Quelli che il calcio».
Tutti pronti ai nastri di partenza, dunque, per una celebrazione del centenario che riserverà sorprese non solo contenutistiche ma anche metodologiche, cui gli scalabriniani negli anni ci hanno abituato.