Vita Chiesa

La metamorfosi di Frate rock

di Andrea Bernardini

La passione per il rock lo ha accompagnato sempre ed ovunque: negli scantinati di Firenze, dove provava con la sua band Seven o’ clock («Sette in punto») come nelle camere del santuario delle Celle di Cortona; nelle piazze piene di fans tutta birra e spinelli della Germania, come in quelle straripanti di giovani con tau e coroncina del rosario in mano.

Sì, perché la vita di padre Andrea Pighini, francescano, fondatore del gruppo «Janua Coeli» (Porta del cielo) pur essendo arrivata solo a 37 anni, ha già elementi per scrivere un avvincente romanzo. Le ragazze, l’alcol, la droga, i soldi, l’indifferenza religiosa del ventenne già conosciuto in Italia ed all’estero per il suo bel timbro di voce, i testi e la musica dark rock, fino all’inquietudine sfociata nella scelta di recarsi, in pellegrinaggio, a Medjugorie. Lo immaginate voi? «Avevo i capelli lunghi e vestivo giacca e jeans neri – racconta il cappuccino, ora in servizio nella comunità di San Giusto a Pisa – i miei compagni di viaggio, sbigottiti, dicevano: “ma sei sicuro di esser salito sull’autobus giusto?”». Sì, aveva fatto la scelta giusta: «Durante un momento di preghiera, davanti ad una cosa bianca, come illuminata   (scoprirò più tardi che si trattava dell’Eucarestia) avvertii la necessità di chiedere perdono. Andai a confessarmi da un sacerdote ed aprii il mio cuore. Mi colpì lo sguardo di quel prete: più il racconto dei miei peccati entrava in dettagli che avrebbero “spaventato” chiunque, più trovavo in quegli occhi un’inaspettata misericordia. Quando uscii dal confessionale mi sentii rinato: in quel momento pensai che la cosa più bella che avrei potuto fare nella mia vita sarebbe stata quella di dare agli altri quello che avevo ricevuto io nell’incontro con quel sacerdote (che tra l’altro non avrei più visto)… non mi rendevo conto che in quel momento stavo per dire di sì alla mia vocazione sacerdotale». Vocazione che richiederà però anni di silenzio, preghiera, discernimento, direzione spirituale. «Al mio ritorno lasciai subito il gruppo con cui ero cresciuto professionalmente e mi ritirai in preghiera. Lavorai per un certo periodo al Cottolengo, insieme a portatori di handicap. Fu nella comunità di Terlizzi (Bari) che maturai la mia vocazione alla vita religiosa».

I primi voti furono emessi dieci anni fa, quelli perpetui nel 2001, nel 2002 l’ordinazione sacerdotale. Al santuario delle Celle di Cortona, padre Andrea confessava, celebrava l’Eucarestia; poi, ritiratosi nella sua stanza, liberava la sua creatività, scrivendo testi e musica nuovi. Se ne accorse, per caso, il padre guardiano de Le Celle, Daniele Bertaccini, che pensò bene di utilizzare quella voce in uno dei tanti incontri di giovani ospitati nel santuario… «Fui invitato a suonare una mia canzone. Lo feci, poi corsi in camera… avevo la febbre alta. Fui fatto richiamare da una ragazza che mi disse: “ne hai scritte altre?. “Beh, sì” e tirai fuori dal cassetto almeno altri cento testi. “Perché non ne facciamo un cd?”». Nacque così Janua Coeli: dieci giovani artisti laici più un cappuccino ed un prete, per lo più toscani, tutti con una storia e un presente diverso, messi insieme dalla passione per la musica, dal desiderio di farne uno strumento di evangelizzazione, dal proposito di raccogliere fondi per le missioni francescane in Tanzania e Nigeria e per i bisogni della popolazione locale. «E dalla voglia di divertirci in modo sano, gridando al mondo che Gesù ci vuole felici e che per arrivare alla felicità non abbiamo bisogno, ad esempio, di droga o alcol», dice padre Andrea.

Con lui le altre voci Maria Grazia Caldarone e Ermida Di Domenicantonio, i bassi suonati da don Giacomo Berardi, prete diocesano di Ruvo di Puglia, Alessandro Petrucci e Leandro Boi, le chitarre elettriche suonate da Francesco Miniati e Marco Podi, e la chitarra acustica da Alessandra Schoepfin. E poi uno stuolo di volontari, che vivono di altro e che, pure, non mancano mai ad una prova o ad uno dei venti concerti che gli «Janua Coeli» tengono durante l’anno.

Un gruppo affiatato, che grazie ai sacerdoti fa un suo percorso spirituale («ogni prova si apre o si chiude con la recita della liturgia delle ore o con una celebrazione eucaristica ed in ogni occasione ci affidiamo al Signore chiedendo di farci conoscere nuovi giovani per annunciare loro il suo amore per tutti»); e che ha già un gruppo di fans in tutta Italia. Il primo cd «Per uno come me» fu inciso quasi per scherzo: «eravamo da tempo in contatto con una missione dei cappuccini in Nigeria. Promettemmo: “con i proventi di questo cd vi invieremo un po’ di soldi per il vostro centro di accoglienza per bambini”, ma pensavamo di poter arrivare ad acquistare al più qualche letto o comodino. Ed invece abbiamo venduto 14mila copie di quel cd e di recente, grazie ai proventi di quella produzione discografica, abbiamo potuto salutare con soddisfazione la nascita della Piccola casa sollievo della sofferenza “S. Pio da Pietrelcina” a Ibadan. Sì, la Provvidenza si serve della nostra musica per fare del bene».

Padre Andrea sa bene che alcuni sostengono che nel rock duro ci siano elementi di satanismo… «Lo confermo. Nel nostro rock, però, si trovano solo storie di misericordia». Non solo i testi, ma anche le note riflettono, in qualche modo, l’azione dello Spirito: in «Stupisco», ad esempio, il terzo album (dopo «Per uno come me» e «Dio scende nella miseria») dei «Janua Coeli», c’è un brano, «la Settima stanza»: l’attacco presenta toni molto accesi, tipici dell’heavy metal; poi, però, nel finale, con la vittoria del bene sul male, tutto si scioglie in ritmi e sonorità assai più dolci.

Padre Andrea Pighini da pochi mesi è a Pisa. I francescani cappuccini della provincia Toscana gli hanno affidato la responsabilità della pastorale giovanile e vocazionale. E lui, c’è da pensarlo, farà molto uso della chitarra per avvicinare i giovani: «del resto – osserva – lo stesso San Francesco cantava con le melodie dei trovatori del tempo, parlando la lingua dei giovani».

Dimenticavamo: i cd sono in distribuzione. A Pisa si possono trovare nelle librerie Salesiana e Paoline, al convento dei padri cappuccini di San Giusto o si possono prenotare inviando una mail a info@januacoeli.com. Nessun prezzo di copertina, ciascuno dà ciò che vuole e può.